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Dove vai in vacanza?

Regia di Mauro Bolognini, Luciano Salce, Alberto Sordi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dove vai in vacanza?

di ethan
4 stelle

La commedia all'italiana, nel 1978, era un genere giunto ormai quasi alla conclusione ed aveva dato già il meglio di sé in un periodo tra i più floridi per il nostro cinema e anche nei film a episodi c'erano state delle chicche come 'I mostri' di Dino Risi, opera che sapeva fotografare pregi e (soprattutto) difetti dell'italiano medio con sarcasmo e lucidità, cosa che manca in 'Dove vai in vacanza?', prodotto assai mediocre, frutto del lavoro di due autori - Bolognini e Salce - di livello ma giunti ad una fase di stanca della loro creatività e di un attore straordinario come Alberto Sordi che, purtroppo, come regista, non è mai stato all'altezza di quanto fatto davanti alla macchina da presa.

In 'Sarò tutta per te' di Mauro Bolognini, Enrico (Ugo Tognazzi) vorrebbe trascorrere una notte d'amore con la sua ex moglie Giuliana (Stefania Sandrelli) e si reca nella villa dove ora lei vive con il nuovo compagno, ma la loro intimità è rovinata dall'arrivo dei chiassosi amici della donna e lui, alla fine, farà cilecca. La commedia non è mai stata il piatto forte di Bolognini e così l'episodio, assai zoppicante e dotato di poco ritmo, è sorretto più che da lui o dal soggetto, poco più di un pretesto, dalla proverbiale capacità di Ugo Tognazzi di rendere credibili questi personaggi non più giovani, con dei fallimenti dal punto di vista personale o lavorativo alle spalle ma che hanno ancora delle velleità in ambito sentimentale, che vanno però, miseramente deluse. Anche la critica a un certo snobismo radical-chic nei confronti della fauna che popola la casa di Giuliana - eccezion fatta per qualche battuta al vetriolo pronunciata dall'attore - stenta a graffiare.

Ne 'Si, buana' l'accoppiata Salce-Villaggio tenta di replicare il successo dei primi due capitoli della saga fantozziana con una storia, narrata in flashback da Arturo (Paolo Villaggio), guida improvvisata nei Safari, a uno sconosciuto (Paolo Paoloni), incentrata su una battuta di caccia in terra africana, con i contorni da noir, dove una donna bella e giovane (la prorompente Anna Maria Rizzoli) vuole convincere il goffo uomo a far fuori il marito di lei per intascarne la ricca polizza assicurativa, con conseguenze tragicomiche e un finale a sorpresa. E' dei tre il migliore - o il meno peggio - con la satira dei racconti di Hemingway che non sempre centra il bersaglio e rimane un po' in superficie, ma quantomeno diverte, preferendo puntare su meccanismi già collaudati, riproponendo o rielaborando gag dell'universo fantozziano, in cui Villaggio va a nozze, anche grazie alla partecipazione del fidato Gigi Reder, e, al tempo stesso, la trovata delle storpiature della grammatica italiana, che provoca un effetto a dir poco straniante.

In 'Le vacanze intelligenti', due fruttivendoli, Remo (Alberto sordi) e Augusta (Anna Longhi), vengono mandati dai figli (tutti studenti universitari) in vacanza in posti dove sono dei pesci fuor d'acqua, cioè in musei, a dei concerti di musica classica e nelle città d'arte ma loro sfiniti, finiscono per ingozzarsi in un ristorante e, dopo una lavanda gastrica, al ritorno a casa trovano la loro dimora completamente rivoluzionata ma finirà tutto bene, in un'altra 'robusta' tavolata coi figli e i loro amici.

Tale episodio, diretto da Sordi, è certamente il peggiore per via di un tono predicatorio, qualunquista e verboso e due personaggi talmente coatti e burini da risultare a dir poco stucchevoli e fastidiosi, ben più della generazione dei figli snob, oggetto della critica di Sordi, il cui attacco a una certa arte - vedere la parte nel museo dove l'uomo e la donna vagano spaesati tra opere d'arte che non comprendono e quindi non apprezzano - lascia il tempo che trova.

Voto complessivo: 5.

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