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Rivolta al blocco 11

Regia di Don Siegel vedi scheda film

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La recensione su Rivolta al blocco 11

di Baliverna
8 stelle

Come sempre, Don Siegel non delude, anche se è alle prime armi. E' un film che concede poco al dramma individuale e ai singoli personaggi, per concentrarsi sul dramma collettivo. Il vero oggetto di interesse del regista è la dura condizione dei carcerati, e la disumanità del sistema carcerario nel suo insieme. Detto questo, i personaggi, con i loro pochi tratti, sono comunque definiti in modo convincente. Si pensi ad esempio, al diverso atteggiamento di chi comanda nei confronti del dramma dei detenuti. L'unico che non si rifiuta di vederlo e che cerca di porvi rimendio è paradossalmente lo stesso direttore della prigione, il quale però ha sopra di sé il governatore e quella specie di commissario federale: sono uomini ottusi e spietati, a cui non importa niente delle disumane condizioni di vita nelle patrie galere. L'unica soluzione che vedono è la repressione con la forza. Un simile sistema carcerario, lungi dal rieducare chi ha sbagliato, lo incattivisce e lo predispone, una volta fuori, a nuovi reati. In questo senso parlano anche lo stesso sfogo di rabbia durante la rivolta, ed episodi di crudeltà da parte dei detenuti, pari a quelli che poco prima subivano dalle guardie. Queste ultime, comunque, appaiono vittime di un sistema sbagliato più che aguzzini volontari.
Il film è dotato di una buona forza drammatica ed è diretto con mano sicura da Siegel. Per i problemi delle carceri di oggi, si può definire una pellicola ancora perfettamente attuale.
Il film è veramente girato nel carcere di Folsom, quello dove Johnny Cash fece il suo famoso concerto per i carcerati.

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