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Repulsion

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su Repulsion

di steno79
9 stelle

Ottimo thriller psicologico con passaggi da horror, dimostra una sorprendente maturità registica da parte di Roman Polanski, qui alla sua opera seconda. La trama vede Carol, una bionda algida quasi hitchcockiana, alle prese con una misteriosa nevrosi probabilmente derivata da un abuso sessuale subito nell’infanzia, il suo progressivo rinchiudersi in se stessa, il suo crollo psicologico e le sue allucinazioni, il tragico rifiuto di un ragazzo che la corteggiava con molto “fair play”. Non è un film facilissimo da seguire perché il ritmo è piuttosto lento, gran parte della pellicola è ambientata in un appartamento e ci sono molte sequenze dove sembra che non succeda nulla, ma Polanski è interessato ai moti interiori della sua Carol e dimostra una notevole attenzione al dettaglio visivo per suggerire le turbe mentali del personaggio, con ripetute inquadrature di cibo marcio e putrescente, come il coniglio infestato dalle mosche. E non mi sembra davvero, come sostiene Tullio Kezich ne “Il cinema degli anni Sessanta”, che Polanski “calchi la mano sul macabro e sull’orrido, con momenti di effettistica più scoperta in cui si rifà al cattivo gusto di Robert Aldrich in Che fine ha fatto Baby Jane?”: il film di Aldrich era un capolavoro del Grand-guignol cinematografico, quello di Polanski è invece uno psico-thriller più contenuto ed ellittico, meno plateale ma altrettanto efficace. Notevole il contributo della colonna sonora di Chico Hamilton dove si ascoltano spesso gli strumenti a percussione, molto bella anche la fotografia di Gilbert Taylor con un raffinato gioco di luci e ombre in bianco e nero, eccellente l’interpretazione di una giovane Catherine Deneuve dallo sguardo costantemente spaurito; l’unica scena in cui il suo personaggio ride è quella in cui una collega di lavoro le racconta le scene più esilaranti de “La febbre dell’oro” di Charlie Chaplin. Un film da seguire con attenzione, cercando di cogliere anche alcuni segnali volutamente enigmatici come la presenza di un terzetto di suonatori ambulanti che si aggira nelle stradine contigue all’appartamento di Carol. Nel complesso, un grande film, non inferiore a mio avviso rispetto al celebrato “Rosemary’s baby”.
voto 9/10

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