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La fiamma del peccato

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su La fiamma del peccato

di maso
8 stelle

La versione di Billy Wilder di "Il postino suona sempre due volte" ha pochissimo di scabroso e moltissimo di morboso soprattutto nelle personalità e nel rapporto che si sviluppa fra MacMurray e la Stanwyck assolutamente perfetti nei rispettivi ruoli proprio perché non è un sex symbol lui ne una bomba sexy lei, sono due figure molto aderenti alla realtà che si incontrano in un giorno fatidico e rimangono attratti l'uno dall'altra in un momento in cui le loro vite sono a un punto morto e quale migliore occasione per un assicuratore esperto di poter mettere in atto un piano criminoso ai danni del marito ricco e ottuso della donna attraente e disponibile alle su avances.

La trama si sviluppa a ritroso sulla confessione del protagonista al magnetofono durante la quale chiama in causa Mr Keys, il personaggio più memorabile di tutta la vicenda, il direttore di filiale interpretato con eccelsa bravura da Edward G. Robinson: l’inchiesta sull’insolito sinistro scaturito dal capitombolo mortale del signor Ditriechson è fin da subito masticata a dovere dall’esperto assicuratore che dopo aver fornito una soluzione affrettata e quindi aggradante per il suo pupillo colpevole si ravvede ed annusa il pasticcio andato a male fino a farlo venire a galla ma la delusione mista a compassione nei confronti di Walter Neff che ha sempre trattato come un figlio non emergerà fino alla conclusione della storia per la quale aveva ipotizzato un altro omicida proprio perché fuorviato dal rapporto di profonda amicizia e fiducia da sempre riposta nell’abile impiegato al quale ha insegnato tutti i trucchi del mestiere, sta proprio qui l’errore madornale di Neff perché se da un lato il suo agire è influenzato dallo sconvolgimento dei sensi istigato dalla famme fatal dall’altro lato la sua supponenza mista a sete di denaro lo porta a credere di poter mettere nel sacco un assicuratore infallibile come Keys evidenziando due peccati imperdonabili oltre a quello di omicidio e cioè la noncuranza con la quale calpesta una sincera amicizia e l’ambizione spregevole nel voler superare il maestro dimostrando di essere più furbo di lui nonostante ciò il vero uomo nero della vicenda non è lui ma la diabolica signora Ditriechson e la vittima l’innocente figliastra capace di affezionarsi ad un poco di buono, la rivelazione della giovane ragazza mette la matrigna sotto una luce infernale ed inquietante.

Wilder si incolla ai personaggi e li segue in ogni anfratto della trama creando una suspance fluente che lo spettatore avverte con naturalezza perché è portato ad immedesimarsi con Neff e la sua tensione interiore, non è un omicida qualsiasi: è un assicuratore che sta cercando di frodare la sua stessa compagnia per cui le sue orecchie sono continuamente bombardate da allusioni e supposizioni all’interno dell’ufficio ponendolo  sull’orlo del crollo emotivo ogni minuto della giornata, la graticola sfregola quando Keys si presenta alla porta del suo appartamento mentre la sua complice sta arrivando e brucia l’aria quando negli uffici della compagnia si presenta il testimone oculare che lo aveva incrociato in coda al treno.

Il titolo originale fa riferimento alla doppia indennità che premia il decesso su un treno e come si sa l’occasione fa l’uomo doppiamente ladro ed anche assassino specialmente se sei in un noir classico come “La fiamma del peccato”.

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