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Santa sangre

Regia di Alejandro Jodorowsky vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Santa sangre

di axe
8 stelle

Fenix, rinchiuso all'interno di una clinica psichiatrica, crede di essere un uccello. Non ha potuto evitare la malattia mentale, a causa della difficilissima infanzia vissuta. Cresciuto in un duro ambiente circense, ha patito il trauma di una tragedia familiare. Il padre, uomo vanesio ed alcolizzato, ha tagliato le braccia alla madre, Concha, la quale a sua volta lo aveva evirato con acido, in seguito alla scoperta di un tradimento. Dopo aver riconosciuto, nel quartiere a luci rosse della città dove è ambientata la vicenda - una qualche località del centro o sud America - la donna che aveva causato il dramma, adescando il padre, risponde al richiamo della madre, rimasta priva di arti superiori, e torna a lavorare con lei; tenta di allacciare relazioni con l'altro sesso, ma non riesce, perchè la madre lo spinge ad uccidere le donne con cui viene in contatto. Ho visto questo film per la prima volta una quindicina di anni fa, con scarsa attenzione e pertanto senza capirne molto, a cagione della sua complessità. Avendo ad oggi maggior sensibilità, ho potuto meglio coglierne il senso. Personaggio chiave del racconto e' Fenix, un "cattivo" suo malgrado. Egli, infatti, uccide a causa della sua follìa, generata dai traumi del passato, rappresentatata dalla presenza della madre - la quale esiste solo nella sua mente - ed alimentata dai mali della società. L'istinto omicida è scatenato dal contatto con la donna che Fenix ritiene causa della rovina dalla sua famiglia, un'artista circense particolarmente provocante. Da quel momento, riemergendo da una pazzìa inconsulta, Fenix acquisisce una doppia personalità; in alcuni momenti e' lucido, tenta di rifarsi una vita, interagisce con le altre persone; in altri, i fantasmi del suo passato - i clown, ed il fedele nano Aladino - lo circondano, e l'immagine di Concha, priva di braccia, ne ordina le azioni. Possessiva e tiranna, questa presenza guida le mani del giovane spingendolo a commettere fatti di sangue, nei momenti in cui prende il controllo del giovane. Il Felix "buono", la sua coscienza razionale, tenta inutilmente di opporsi, arrivando a scegliere di allacciare un rapporto con un donnone di professione lottatrice, in grado di sopraffarlo durante un'eventuale aggressione di omicidio; altresì, riprende il controllo in seguito agli eventi criminosi, trattando con pietà le vittime. Le due anime di Fenix sono consapevoli l'una dell'altra, e si combattono, senza che alcuna riesca definitivamente a prevalere. A scacciare la presenza di Concha è l'intervento della tenace e coraggiosa Alma, una giovane ragazza sordomuta che aveva mostrato dolcezza a Fenix nel periodo di permanenza nel circo. Ella rintraccia il protagonista e ne comprende la follìa, ma non fugge, ne' si oppone. In un'esplosione di violenza catartica, il protagonista "pugnala" l'immagine della madre, che si allontana, minacciandolo. Subito dopo Fenix (in nomen omen), è raggiunto dalla polizia, interessata a far chiarezza sugli omicidi, ma il ragazzo sembra non curarsene, poichè inebriato dalla propria, almeno apparente, guarigione. Il particolare stile del film, ambientazioni surreali con valenza simbolica, non linearità temporale, alternarsi di sequenze oniriche, rendono difficile distinguere ciò che avviene da ciò che il protagonista immagina. Funzionali alla comprensione dei personaggi e dell'ambientazione sono le vicende correlate a quella principale. La mamma di Fenix è anche sacerdotessa del culto del "sangue santo", versato da una ragazza innocente che tentò invano di resistere ad un tentativo di violenza e, dopo essere morta a causa del taglio delle braccia, divenuta oggetto di venerazione per il popolo, nell'avversione del clero ufficiale. Finchè vive, Concha è una presenza benefica. Nel momento in cui ella passa dal mondo terreno alla mente di Fenix, perde tale connotazione. Il giovane la immagina ancora sacerdotessa di quella santa cui è accomunata dal medesimo sfregio del corpo. Ne conserva una statua all'interno dell'abitazione in cui si rifugia, ridotta ad un simulacro privo di valenza positiva, così come il pupazzo che rappresenta la madre, entrambi strumentali alla propria irrazionale follìa. La prima parte del racconto ha un'ambientazione circense. Il regista ci mostra il mondo del circo nelle sue luci ed ombre. I circensi non smettono mai l'abito di scena; con esso si fanno scudo nelle molte traversìe che la loro condizione di girovaghi privi di radici li costringe ad affrontare, anche questa connotazione ha influito sul disagio mentale di Fenix. I traumi subiti in quel periodo, ad esempio la morte dell'elefante, tornano ad affacciarsi alla mente del giovane. Un'opera certamente di non facile accesso, curata nei minimi particolari; grottesca, ricca di sequenze raccapriccianti, accompagnata da brani musicali d'ispirazione popolare che si susseguono quasi senza interruzione. Spero di averne compreso il senso; il regista racconta la follìa del suo personaggio, non condannadolo. Ne spiega le origini; ne racconta l'evoluzione e la fine; ci riconsegna un uomo interiormente libero e finalmente padrone di sè. Mischia thriller ed horror, utilizzandone i canoni narrativi per realizzare un racconto denso di significati e poesia.

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