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Santa sangre

Regia di Alejandro Jodorowsky vedi scheda film

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La recensione su Santa sangre

di robertoleoni
7 stelle

Quando ho scritto Santa Sangre…

In questi giorni torna sugli schermi Santa Sangre in una copia restaurata in 4k in versione originale in occasione del trentennale della sua uscita. Molti mi hanno chiesto di recensirlo, ma io non posso farlo perché, prima di tutto l'ho scritto insieme ad Alessandro Jodorowsky e quindi mi sembrerebbe poco educato e poco professionale farmi le lodi oppure farmi le critiche, inoltre in un eventuale giudizio critico oggi potrei essere anche molto cattivo nei confronti di me stesso…

Scherzi a parte, quello che posso fare, invece, è raccontare la genesi del film, senza spoilerarlo e senza tesserne né le lodi né le critiche, ma lasciandole entrambe al giudizio degli spettatori, soprattutto dei nuovi spettatori, perché il film è un cult e ha attraversato 30 anni indenne. Addirittura la famosa rivista inglese Empire lo ha inserito tra i 500 migliori film di tutti i tempi…

Al di là di questa esagerazione, può essere interessante vedere come è nato il film.

Intanto, merita un particolare ringraziamento Claudio Argento, il produttore “pazzo”, meravigliosamente pazzo, perché ha creduto in questa storia e l'ha prodotta.

La prima idea del film ha un'origine lontana. 

Mentre frequentavo l'università, lavoravo nella biblioteca di un ospedale psichiatrico e sono stato a contatto con la malattia mentale: l’ho vista da vicino, ho letto le cartelle cliniche, ho preparato i testi per alcune tesi di laurea… Ovviamente non ho alcuna competenza come psicologo o come psichiatra, però, ho seguito le vicende di alcuni ricoverati, perché facevo parte di un programma terapeutico di pittura e di teatro e anche di un altro programma di ergoterapia cioè la terapia del lavoro, che offriva ai malati la possibilità di fare piccoli lavori. Togliersi la divisa e lavorare in biblioteca significava che agli occhi degli estranei erano di nuovo "persone normali".

Durante il programma ho avuto pazienti molto tranquilli e anche molto colti e molto preparati. Questa esperienza, infatti, mi ha fatto ritenere la schizofrenia come una “degenerazione dell'intelligenza”, perché spesso gli schizofrenici che ho incontrato erano molto intelligenti, molto sensibili e molto attenti.

Uno di questi malati, che conosceva 4 lingue straniere e mi aiutava a classificare i libri - la biblioteca aveva 50.000 volumi di molti paesi e di tutte le epoche - un giorno ha cominciato a guardarsi di lato e a dire: “…’sta zitta…’sta zitta…” La terza volta gli ho chiesto cosa gli accadeva e lui mi ha risposto fissandomi con i suoi occhi azzurri: “No, niente, ho la voce che mi dice di ucciderti, ma non ti preoccupare perché io ti voglio bene.” Sono rimasto in un comprensibile disagio, ma lui mi ha rassicurato, continuando a fissarmi con i suoi occhi azzurri: “No, no, stai tranquillo, ti voglio bene, non do retta alla voce…” e io sono rimasto tranquillo, per quanto possibile, perché la biblioteca era grande, composta di cinque vasti saloni dove erano i 50.000 volumi ed eravamo io e lui soli, isolati in un piano alto e appartato di un immenso palazzo a quell'ora semideserto. Io mi sono fidato. Mi sono fidato dei suoi occhi azzurri, mi sono fidato del suo sincero modo di dirmi “Ti voglio bene”.

Probabilmente questo episodio, come un piccolo seme, ha fruttato nel mio animo, dandomi un senso di fiducia, dandomi un senso innanzitutto di eguaglianza e soprattutto un senso di fratellanza con il disagio mentale. Come se avessi ritrovato Abele in quello che poteva sembrare Caino e questo fatto ancestrale è probabilmente all'origine di Santa Sangre perché nel tempo, ho concepito una storia in cui anche il peggiore demone in realtà non può dimenticare di essere stato un angelo.

Chi ha visto Santa Sangre sa che il personaggio che abbiamo scritto insieme ad Alessandro Jodorowsky è un serial killer, ma ogni volta che uccide in realtà ci muove a pietà, quasi più della vittima proprio per ribaltare completamente il concetto del mostro, ma tornando quasi all'origine del termine latino ‘monstrum’, cioè una cosa da scoprire con stupore. Perché l'animo umano è un infinita galleria di tipologie, è una miniera profondissima in cui, come dicono i famosi versi di De Andrè: “…dai diamanti non nasce niente, ma dal letame nascono i fiori…” Cioè c'è nelle profondità dell'animo, anche dell’animo più orrendo, la possibilià incredibile di scoprire una piccola scintilla…

Negli anni avevo elaborato una storia che poi ho raccontato a Claudio Argento nel periodo in cui collaboravo con lui. Claudio ha sentito questa storia e anzi addirittura ci ha aggiunto delle cose che pensava e insieme abbiamo deciso di presentarla al regista che ci sembrava il più adatto a rappresentarla, cioè Alejandro Jodorowsky.

Jodorowsky da una decina d'anni sembrava scomparso dalle scene internazionali, ma Claudio con molta solerzia e molta abilità lo ha ritrovato e Alejandro ha fissato un appuntamento a Parigi, ma solo per me, perché prima di accettare doveva parlare con chi aveva scritto quella storia.

Cosí, sono andato a Parigi e nell'androne del palazzo del suo agente dall'ombra è spuntato un uomo elegante, curioso, particolare, vestito completamente di viola: aveva anche le scarpe viola, la camicia viola, la cravatta viola, era completamente viola. E mi ha detto: “Oui, c’est moi… non andiamo nell'ufficio dell’agente perché è un luogo di mercanti, ma in un bar per guardarci in faccia e parlare.”

Appena seduti, la prima cosa che mi ha chiesto è stata:

“Quando hai scritto questa storia?”

“Un anno fa circa…”

“Quando precisamente?”

“Non so bene…”

Poi, mi sono rammentato che ero rimasto rimasto a raccontare una favola a mia figlia febbricitante e dopo mi era venuta in mente il primo nucleo del soggetto di Santa Sangre… Doveva essere stato il 29 marzo.

“A che ora l'hai scritto?”

“Verso l’una e mezza o le due di notte…”

“Lo sapevo… io quella notte sono andato a dormire presto e l'angelo delle storie è passato su Parigi, ha visto che dormivo e ha continuato fino a Roma, ha visto che tu eri sveglio e ti ha dato questa storia… Ma era la mia storia e tu sei un ladro!”

“Ma come Alejandro, l’ho inventata…”

“No, tu sei un ladro, ‘tu es un voleur’…”

E da allora mi ha chiamato ‘ce voleur là’, ‘quel ladro lí…’ riferendosi a me.

Questo episodio è importante perché fa capire come ogni artista abbia la capacità, nel momento in cui scatta il suo interesse per qualcosa, di impossessarsene, di sentirla sua e di pensare che davvero l'abbia concepita…

Poi, Alejandro questa storia l’ha elaborata con la sua fantasia e con la sua arte, raccontandomi anche un episodio avvenuto a Città del Messico che sotto certi aspetti aveva caratteristiche simili e abbiamo scritto insieme quella sceneggiatura da cui poi lui ha realizzato il film che tutti conosciamo…

 

Se vi interessa la videorecensione completa potete trovarla qui:

http://bit.ly/SANTA_SANGRE

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