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L'angelo del male

Regia di Jean Renoir vedi scheda film

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Billy Wildest

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La recensione su L'angelo del male

di Billy Wildest
10 stelle

La bestia umana non è un personaggio del film e non è un termine usato con un'accezione obbligatoriamente negativa, la "bestia" umana è proprio l'animale uomo/donna che si dibatte tra le convenzioni sociali e gli istinti più ferini. Le bestia umana sono (siamo) tutti, dal capo treno, al conducente di locomotiva al capo della polizia la cui giustizia cede al più becero dei pregiudizi davanti all'omicidio.
Ledoux da integerrimo capo treno, dal definito senso del dovere decade lentamente a figura sfumata (processo attuato praticamente con l'uso della profondità di campo, vedi la scena di lui alla finestra con i convogli sullo sfondo) in crisi, preda del vizio e sopratutto dalla principale motrice umana: la gelosia.
Proprio la motrice diventa infatti umana, Jean Gabin ama la sua locomotiva e i loro "amplessi" scandiscono il film (vedi la magistrale sequenza d'apertura) ma sopratutto lo sfogo dopo il primo rifiuto di Severine in cui i desideri carnali non evaporano ma sublimano tra i pistoni e le rotaie.
Renoir anche se con linguaggio naturalista crea un rapporto diretto uomo-animale-macchina quasi come uno Tsukamoto ante-celluloideram.
Infatti la natura non è semplicemente dipinta ma attentamente caricata di valori simbolici carnali e sensuali, come il canale di scolo che colma fa trabordare il secchio d'acqua in una sensualissima metonimia, lasciando fuori campo l'amplesso.

Sulla colonna sonora

Come non restare incantati della colonna sonora industriale, compostata quasi totalmente da rumori meccanici assordanti in cui le voci umane seppura gridate non sono che flebili ronzii (vedi sempre il memorabile inizio)

Su Jean Gabin

Imponente Jean Gabin, stoico nel suo malessere a cui non puoi sfuggire, imperdibile l'urlo finale che scuote tutto il film e per una volta l'impetuoso rumore della locomotiva sta ad ascoltare...

Su Simone Simon

Splendida Simone Simon, seducente donna pantera che non sa amare e serpeggia e sfugge di mano in mano, anche da quelle poderose di Gabin (o quasi...)

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