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Quel motel vicino alla palude

Regia di Tobe Hooper vedi scheda film

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La recensione su Quel motel vicino alla palude

di giulioboy
8 stelle

Dopo il grande successo del cult "Non aprite quella porta" Tobe Hooper due anni dopo gira questo suo secondo lungometraggio che potrebbe essere la giusta continuazione delle tematiche del predecessore, difatti anche qui il regista ci presenta la società americana di quegli anni, violenta, malata, persa nel peccato che la guerra del Vietnam (di cui il killer è il reduce) lo ha trascinata.
Vedendo questa pellicola si percepisce quel senso di sporcizia, di malato, una società condita da persone cattive e malvagie, ma fortunatamente esistono anche persone in grado di portare questa società sulla retta via: i primi periranno nelle fauci del coccodrillo (una sorta di cura per questa società malata) mentre le altre riusciranno a sopravvivere e dare un l'esempio di come l'America possa essere migliore (questo era l'intento del regista, di mostrare una via al paese, ma vedendo come si stanno comportando i capi al governo della White House, pare che non abbiano capito il messaggio o lo abbiano semplicemente dimenticato).
Il personaggio di Judd, il proprietario del motel Starlight (notare il contrasto col nome che indica ad una luce molto potente in confronto al luogo ed alla pellicola intera, molto oscura e buia) potrebbe essere identificato come una specie di giustiziere della società in cui vive, una sorta di Travis Bickle di periferia con metodi un pò differenti; ecco perchè egli odia le prostitute del bordello vicino al suo motel, accusandole di soggiogatrici della società, cause della decadenza dell'America e cerca di "ripulire" questa feccia usando metodi che la guerra gli ha imposto: violenza e morte (critica sulla brutalità della guerra e su come abbia cambiato gli animi degli uomini, da vedere come la famiglia sia rappresentata instabile, senza più rispetto per se stessi e per le persone care che si è deciso di proteggere e curare per la propria vita).
Dal punto di vista tecnico il film è chiramente girato a basso budget ma non per questo brutto, sicuramente impegnato e di difficile comprensione ed inadatto per gente che vuole il solito horror insensato, non un film per tutti quindi, se non si capiscono queste cose è inutile guardare questo horror d'autore (si esistono anche questi).
Recitazioni molto buone, attori sconosciuti che egregiamente interpretano le proprio figure della società, sopratutto Neville Brand molto calato nella parte dello psicopatico, un degno discendente di Norman Bates.
I trucchi datati e col basso budget non sono eccezionali ma il coccodrillo viene fatto vedere quanto basta per sembrare vero; l'unica pecca è la sceneggiatura che è molto esile, forse scritta in una manciata di giorni ma la superba regia di Hopper riesce a farla risaltare vivacemente creando anche suspence, panico e tensione.
Musica molto inquietante e disturbante ad opera del regista.
Parte per Robert Englund, futuro Freddy Krueger.
Per la gente che afferma che questo film è una schifezza ribatto chiaramente che non lo hanno capito, che aspettandosi il solito horror sono rimasti delusi, ma questo non è uno dei soliti horror, come anche non lo è "Texas Chainsaw" come tutti credono. Quindi se non sono riusciti a trarre le idee che il regista ha voluto esprimere sconsiglio loro esplicitamente di affermare cose insensate riguardo questo grande film-denuncia, infatti per chi come me è riuscito a capirlo la sua visione è pura goduria (bisogna essere patiti però!).
Paragonabile, per le stesse tematiche, all'immagnifico "Taxy Driver" dello stesso anno. Purtroppo "Eaten Alive" ha riscosso meno scalpore del cult di Scorsese, ma vi garantisco che in entrambi la denuncia è la medesima e si sente in entrambi i casi.
Se si vuole guardare questo film bisogna prenderlo come una denuncia, come lo sono molti altri film americani dei bei tempi dei '70 del resto, mi raccomando, possibilmente essere patiti dell'Hooper dei bei tempi andati.
CURIOSITA':
Il film si basa sulle gesta di Joe Ball, killer che all'inizio degli anni '30
uccise 20 donne nella sua baita dandole in pasto ai suoi alligatori, nascondendo cosi i corpi. Ancora avvolto nel mistero il caso.

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