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La coda del diavolo

Regia di Domenico de Feudis vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La coda del diavolo

di axe
6 stelle

Una ragazza, liberatasi dopo essere stata tenuta prigioniera in un casolare, in una brulla porzione di Sardegna, è uccisa con un colpo di fucile dal suo aguzzino, il quale la raggiunge non appena ella entra in contatto con una pattuglia della polizia, in transito nei pressi. L'assassino è tradotto in carcere ed affidato all'agente della polizia penitenziaria Sante Moras. Gli viene offerta una cospicua somma di denaro da un sedicente avvocato, affinchè uccida l'uomo per pretestuosi fini di giustizia sommaria. Sante, benchè oppresso da debiti, rifiuta. Ma poco dopo, è lo stesso poliziotto a trovare il prigioniero morto in cella. Sante, temendo di essere accusato del delitto, fugge. Mentre i colleghi, agli ordini del commissario Lago, lo cercano, e l'opinione pubblica lo ritiene colpevole, con l'aiuto di Fabiana Lai, giornalista d'inchiesta, avvia una sua indagine personale sui due omicidi, svelando l'esistenza di un traffico di esseri umani. Poliziesco d'azione, diretto da Domenico De Feudis ed ispirato ad un romanzo dello scrittore piemontese Maurizio Maggi, "La Coda Del Diavolo" è ambientato in una regione della Sardegna aspra, selvaggia, terreno di caccia per i membri di un'organizzazione criminale, la quale seleziona, cercando in contesti di povertà, emarginazione, debolezza sociale, adolescenti da rapire e tenere recluse, finchè sono caricate su barche da diporto, per destinazione ignota, forse anche il fondo del mare, dopo aver subito sevizie e violenza. Una ragazza riesce a liberarsi; il suo carceriere, un uomo di poche parole, ridotto ad uno stato quasi belluino, la uccide, senza preoccuparsi della presenza della polizia. L'individuo è pericoloso, in particolare per l'organizzazione; pertanto, si decide di chiudergli la bocca per sempre, confidando nell'aiuto di Sante, un poliziotto di poche parole, in difficoltà economiche e con - apprendiamo - un grave lutto alle spalle. Ma Sante è uomo di forte rigore morale e rifiuta di concedere aiuto a chi lo invita ad agire per una presunta giustizia, da ottenere violando la legge. Il poliziotto, tuttavia, non potrà farne a meno, nel momento in cui comprende d'essere stato incastrato. La tentacolare organizzazione s'è rivolta ad altri per portare a termine il crimine; Sante è costretto a sfuggire ai suoi stessi colleghi e rendersi latitante. Il superiore, commissario Lago, s'impegna nel tentare di catturarlo; pian piano, tuttavia, matura dubbi circa la sua colpevolezza e si trasforma da avversario in alleato. Ciò in controtendenza con l'opinione pubblica, la quale, influenzata dai media, addossa la responsabilità al poliziotto, interrogandosi circa il movente e non ammettendo che l'autore dei crimini possa essere un altro. Ma Sante, uomo caparbio, grazie agli aiuti ricevuti dalla madre della vittima, una donna ucraina, dalla una coraggiosa giornalista, di un caro amico e, in seguito, dello stesso commissario Lago, è in grado di portare alla luce la verità. Il protagonista è interpretato da Luca Argentero; uomo schivo, indurito dalle tragiche esperienze di vita e dal servizio di lungo corso in polizia penitenziaria, spende ogni sua energia per difendersi da un'accusa ingiusta. Ed essendo l'attacco la miglior difesa, conduce un'indagine personale per rintracciare i responsabili delle morti, effettuando ricerche tra gli ultimi della società. Stranieri, poveri, persone che non possono rivolgersi alle istituzioni o non hanno fiducia in loro; ma ne ripongono in quell'uomo, anch'egli potenziale vittima di una legge che non è vera giustizia. La sua coraggiosa collaboratrice, Fabiana Lai, è interpretata da Cristiana Dell'Anna. Offre il volto al commissario Lago, segnato da mille sgradevoli esperienze, l'attore romano Francesco Acquaroli. Il racconto gode di un buon ritmo e si sviluppa su canovaccio piuttosto comune. Presentati i personaggi ed un antefatto del quale si conoscono pochi dettagli, tocca al protagonista, vittima di un'ingiustizia, dover svelare i punti oscuri della vicenda. C'è qualche colpo di scena, ma il tutto è abbastanza prevedibile. E' presente anche qualche carenza nella sceneggiatura. Esempio, il colpevole semina, incomprensibilmente, tracce molto evidenti, sembra quasi voglia essere scoperto. Nonostante ciò, ho trovato il film piacevole. Un poliziesco senza pretese, ricco di valide sequenze di azione, con risvolti di denuncia sociale. Per di più, realizzato in Italia. Soddisfacente.

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