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Megalopolis

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Megalopolis

di tobanis
4 stelle

Imbarazzante.

Questo film del grande Coppola è stato anche un suo personale “suicidio” economico; un film che ha voluto fare a tutti i costi (costi che ben pochi hanno sostenuto), che si è scritto lui stesso, nei decenni e che, una volta pronto per essere girato, ha avuto una lavorazione che dire travagliata è un eufemismo, con persone che si dimettevano, altre che restavano allibite non capendo cosa succedesse, con un regista assente per buona parte del giorno, si dice, a farsi le canne. Francamente il risultato si vede, capisco che parte della critica l’abbia promosso, ma per me sto film è un disastro. Una concezione sballatissima di un mix “USA – Antica Roma”, con i costumi stessi che dovrebbero richiamare le toghe, ma pure loro non ne sono convinti e vengono fuori sti ibridi, con dei giochi gladiatori capolavori del trash (c’è pure il wrestling, ma dai, al Colosseo sarebbe stato un pollice verso unanime), che poi virano nel circo o chissà cosa. Credo di non essere l’unico alla fine a non capire esattamente quello che si sta vedendo; gli stessi attori mi sono sembrati spesso dire frasi alla caxzo, come se poi gli avessero detto, ma sì, dì pure quello che vuoi, dopo ti doppiamo; la trama stessa è eccessivamente confusa e presuntuosa.

C’è da dire che USA non hanno mai avuto la Grecia, i Romani, i re, gli imperatori, le regine, i principi, la nobiltà, l’aristocrazia, e tanto altro, e qua paiono proprio dimostrarlo, tramite Coppola: un uso di elementi che sono estranei, che non fanno parte del loro DNA, che avresti voluto ma non hai, che magari invidi ma sei anche fiero della tua USezza e allora fai sto mix che scontenta entrambi i mondi, li mescola e ne viene fuori un minestrone indigeribile. La trama è onestamente un mezzo casino, il film è a volte comico in maniera involontaria, spesso patetico, non manca un finale frettoloso e con un buonismo insopportabile…di Coppola, cioè del grande Coppola, rimangono qua e là dei lampi, ci sono solo rari momenti in cui sembra quasi che il film esca dalla sua melma, ma sono piccoli istanti e piccole illusioni.

Per me un 4, fu terzo in Italia negli incassi settimanali, come detto, fu una catastrofe al botteghino, con un incasso da film d’essai e con costi da blockbuster. Certamente un film divisivo, c’è chi l’ha osannato, chi invece l’ha criticato in maniera feroce. Presentato a Cannes in concorso, temo senza speranze, gli unici premi che ha vinto sono ai Razzie Awards, per peggiore regia e peggiore attore non protagonista (Jon Voight).

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