Regia di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza vedi scheda film
Stratificato e a più dimensioni è il primo giudizio che viene in mente dopo la visione di “Iddu”. Per raccontare la latitanza del boss Matteo Messina Denaro era necessario un taglio particolare che facesse emergere incongruenze, connivenze e scavo del mistero. Il duo di registi Piazza e Grassadonia privilegiano la commedia drammatica con tocchi di grottesco. La narrazione, infatti, alterna il boss recluso che scrive, sogna, fuma nascosto sotto lenti fumé dal sorriso crudele. Catello Palumbo entra in scena con Pino Tumino ed è subito commedia. Catello noto preside, ex politico e sindaco di paese, umiliato dal carcere e dalla moglie è uomo deciso a non farsi fossilizzare. I servizi segreti sfruttano la sua debolezza per arrivare al figlioccio latitante. E’ l’ispettrice Rita che lo incalza per arrivare sempre più vicino a Iddu. Il padre del boss appena scomparso è la chiave per toccare il lato umano del latitante. E poi il figlioletto. Nulla però si può contro i sottolivelli dei servizi, il cuore malato di Catello, la perfida Stefania, le parole fulminanti dell’Ecclesiaste.
I lampi onirici rafforzano il tessuto narrativo e visivo. Le battute feroci, una sua tutte: “Ti ho messo in lista alle prossime elezioni comunali. Adesso li vogliono come te, imbecilli e totalmente incompetenti”, la commedia nera. I pochi elementi conosciuti dopo la cattura di MMD descrivono un capo mafia differente dai rozzi e animaleschi Riina e Provenzano. La segretaria vivandiera che trascrive i pizzini dettati. Gli incontri esterni con il senatore, i due flashback ritmati dagli Eight Wonder di Patsy Kensit in cui manifestava il non aver paura di niente. La rete di protezione insinuata nella concitata e riuscita fase conclusiva con le musiche settanta in melodia di Colapesce (in quota Riz Ortolani piuttosto che il citato Macchi), caricano di forza immaginifica e amarezza l’ennesimo mistero italo-siculo.
Elio Germano da ‘U pupu a imbalsamato in un museo della contemporaneità è credibile. Toni Servillo preside con Giuseppe Tantillo e Betty Pedrazzi sono in zona Daniele Ciprì. Fausto Russo Alesi, Barbora Bobulova, Antonia Truppo e Daniela Marra ibridi in cui la Marra, ancora una volta, è un valore aggiunto. Piazza e Grassadonia, pur nell’imperfezione complessiva, sono da tenere in giusta considerazione.
Iddu - L'ultimo padrino (2024): Elio Germano
Iddu - L'ultimo padrino (2024): Elio Germano, Toni Servillo
Iddu - L'ultimo padrino (2024): Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
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