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Il trafficone

Regia di Bruno Corbucci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il trafficone

di Dik
6 stelle

Commedia sexy godibile e divertente, non certo per merito del soggetto e della sceneggiatura di Bruno Corbucci e Mario Amendola, abbastanza scontata e simile a molte altre, ma esclusivamente per la bravura ed il mestiere di Carlo Giuffrè, ispirato ed in gran forma. Quest’ultimo gioca sullo stereotipo più abusato; il napoletano flemmatico ma al contempo geniale opportunista capace, con l’arte dell’”arrangiarsi”, di partire da venditore ambulante spiantato, trasformarsi nel dottor Gaetano D’Angelo, medico specialista in problemi di coppia e guadagnare soldi a palate. L’attore partenopeo riesce a non scadere nel triviale e nei luoghi comuni, impresa non facile visto che la trama è tutta incentrata sul sesso e, spalleggiato dal conterraneo Enzo Cannavale (Vincenzo Cannavale), dà un certo ritmo alla pellicola, inventandosi alcune macchiette esilaranti, come il primo incontro con Virginia (una brava Adriana Asti) e la cura “Zanna Bianca” appioppata al ragionier Scardocchia [Lino Banfi (Pasquale Zagaria) qui non ancora all’apice del successo] e consorte (Irina Maleeva). Uno stato di grazia, quello mostrato da Giuffrè in questa pellicola, che non sempre si ripeterà nei film successivi, anch’egli invischiato nel piattume e nella mediocrità delle tante commedie scollacciate assai di moda all’epoca. Un giovanissimo Massimo Dapporto è un neo marito imbranato che si affida alle cure del “dottor” D’Angelo.

 

La colonna sonora

Ubaldo Continiello mette mano ad un vecchio brano internazionale degli anni ’50 dello svizzero Werner Thomas, motivetto che Romina Power porterà al successo, nel 1981, col titolo “Il ballo del qua qua”. In evidente crisi creativa, il compositore campano utilizzerà la stessa colonna sonora per altre due pellicole: “L’affittacamere” (1976) di Mariano Laurenti e “Biancaneve & Co.” (1982) di Mario Bianchi.

 

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