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Marco Polo: La storia mai raccontata

Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi), Luca Damiano vedi scheda film

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La recensione su Marco Polo: La storia mai raccontata

di undying
5 stelle

Versione spinta del filone erotico, avviato in passato da Massaccesi, con ambientazione orientaleggiante ("I racconti della camera rossa", 1993), codiretta assieme a Luca Damiano. Nutrito il numero di bellezze femminili, raramente presenti in un solo film, affiancate dal superdotato e simpatico Rocco Siffredi.

 

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Marco Polo (Rocco Siffredi), assieme a un suo accompagnatore, raggiunge l'Oriente. Alla corte del re di Persia ottiene l'incarico di scortare la bella, e vergine, principessa Shahara (Tabatha Cash), per condurla - destinata come futura sposa - al Gran Khan. Una condizione è però irrevocabile, pena la morte: la ragazza dovrà giungere illibata. Durante il viaggio la principessa seduce più volte Marco, finendo, data la sua avvenenza, inevitabilmente, per farsi deflorare. Con un trucco, il furbo veneziano riesce a ripristinare la "purezza" di Shahara e a condurre a buon termine la missione, ma finisce poi per perdersi in audaci giochi erotici anche con le disponibili bellezze locali tipo: un'ancella, una vedova (per giacer con la quale si sostituisce al simulacro del corpo defunto), di nuovo Shahara (davanti al marito dopo aver dato vita a un'orgia, con la scusa di somministrare una medicina al re) e infine, salvandola dall'esecuzione, una condannata a morte.

 

"Cominciai a maneggiare lastre e macchine e pellicole quando avevo quindici anni. Passione di famiglia. Era nel cinema mio padre che faceva il tecnico, sono nel cinema i miei fratelli, è nel cinema mio figlio, che ha fatto l'operatore anche per Il paziente inglese, il film di Anthony Minghella che ha vinto tutti quegli Oscar. Esordii come assistente del fotografo di scena in La carrozza d'oro di Renoir. Toccare le lastre, toccare le pellicole era un'emozione fortissima. Ancora adesso, che ormai ha stravinto il video, forse perché mi illudo di fare del cinema vero, insisto a usare la pellicola."

(Aristide Massaccesi) [1]

 

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Marco Polo - La storia mai raccontata: Rocco Siffredi e Tabatha Cash  

 

Aristide Massaccesi (1936 - 1999), in collaborazione con Luca Damiano, realizza una delle pellicole spinte che rientrano nel breve filone orientale, inizialmente a carattere soft, girato nelle Filippine. La sceneggiatura è, ovviamente, solo un blando pretesto per consentire di imbastire una lunga serie di amplessi molto erotici, in questo senso assai efficaci data la bellezza delle sensuali protagoniste, tra le quali spicca Tabatha Cash, attrice di origine francese all'epoca ventenne, pertanto nella pienezza della grazia fisica. Benché si tratti di una modesta produzione girata direttamente in video, D'Amato tenta di conferire alle scene una parvenza cinematografica, tipica del suo precedente periodo erotico, curando in maniera inusuale per il genere le scenografie, i costumi e facendo uso di una buona colonna sonora, appositamente composta per l'occasione. Per dare una parvenza di budget più consistente, vengono inoltre inserite immagini di repertorio che ritraggono caratteristiche costruzioni locali e la Grande Muraglia. Ma in realtà, il film, è totalmente girato in interni, alle Filippine. Suggestiva e ineguagliabile la virile presenza di Siffredi (peraltro pure discreto attore), nel pieno del vigore fisico, in grado di soddisfare ampiamente (rigorosamente davanti, dietro e anche per via orale) ragazze bellissime, che dimostrano di gradire, senza finzioni, le dimensioni straordinarie del suo membro.

 

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Marco Polo - La storia mai raccontata: Rocco Siffredi

 

La parola a Joe D'Amato 

 

"Tu, con tua moglie o un'amica, puoi vederlo benissimo un film hard - dovrebbe essere considerato normalmente anche per le donne, perché poi in fondo non è che sia così trascendentale. (...) Per dare un po' più di vita, se vuoi, al cinema hard, il modo è fare film con una storia, che abbia l'hard dentro. Tanti anni fa feci un film, quando cominciai a fare porno, che si chiamava Sesso nero. Era un film molto indovinato perché c'era una storia, tutta ambientata a Santo Domingo, in cui il protagonista trovava una figlia, o una che lui pensava fosse la figlia, e aveva un rapporto con lei. C'era tutta una storia dietro, collegata a fatti successi vent'anni prima. Andò bene, ed ebbe un grande successo." [2]

 

[Sulla censura] "Al cinema, secondo me, non è giusto privare di niente... perché chi paga un biglietto non può andare a vedere ciò che vuole? Facciamo il militare a diciotto anni e non capisco perché uno non possa andare al cinema a vedere i bocchini che vuole?" [3]

 

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Marco Polo - La storia mai raccontata: Tabatha Cash 

 

Dall'Oriente con amore - Ben prima di Marco Polo

 

Una capatina in Oriente Joe D'Amato l'aveva già fatta nel lontano 1976, quando la giornalista Emanuelle (Laura Gemser) vi ci si era recata per realizzare un servizio piccante (Emanuelle nera: Orient Reportage). Ma quella particolare zona geografica diventerà, per Massaccesi, un vero e proprio terreno da esplorare solo dopo gli anni Novanta, sulla scia di un erotico modesto, e anche piuttosto noioso, che fece comunque scalpore ottenendo un inatteso successo di critica e pubblico (Sex and Zen - Il tappeto da preghiera di carne, Michael Mak, 1991). Disse, Massaccesi, a proposito del film:

"Sex and Zen era secondo me una delle più grosse stronzate mai viste e tutti che lo spacciavano per un film pseudo-intellettuale... ma io che l'ho visto tre o quattro volte per capire che cazzo ci vedevano di intellettuale in 'sto film di merda devo dire che ancora oggi non lo capisco..."

Non lo aveva gradito chiaramente ma, oltre che eccezionale regista, era un acuto osservatore e aveva intuito che il pubblico delle sale cinematografiche (e dell'ormai consolidata fruizione domestica) cercava qualcosa di diverso, un erotismo estraneo alla consuetudine, stravagante, per certi versi persino incomprensibile in Occidente. Veloce a cavalcare l'onda del successo, scelse dunque due nuovi pseudonimi (Robert Yip e Chang Lee Sun) - riuscendo a ingannare persino la critica togata sulla reale identità dietro la macchina da presa - e girò una fortunata trilogia (I racconti della camera rossaChina and SexChinese Kamasutra), mentre con l'abituale nome di Joe D'Amato siglava altri due sexy orientali: Il labirinto dei sensi (1993) e La casa del piacere (1994). Da qui, in poi, D'Amato sarebbe tornato a frequentare location simili solo nelle successive, imminenti, derive hard.

 

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Marco Polo - La storia mai raccontata: Rocco Siffredi circondato da bellezze orientali 

 

Critica 

 

"Il periodo orientale di Massaccesi, cominciato nelle Filippine con I racconti della camera rossa e altri film erotici, prosegue con Marco Polo - La storia mai raccontata (1994), con cui l'autore continua, dopo Tarzan-X, la serie di film hard ispirati a personaggi famosi. Di particolare rilievo i costumi e le scenografie, qui come negli altri film dello stesso periodo, che contribuiscono a creare una giusta atmosfera esotica e orientaleggiante, in cui avvengono le scatenate avventure erotiche di Marco Polo, impersonato da Rocco Siffredi. Tra queste rimane memorabile l'amplesso mozzafiato fra Rocco e la splendida Tabatha Cash, alla presenza di sei bellissime cortigiane. Questo film, come i seguenti del periodo hard orientale, è codiretto da Luca Damiano, regista specializzato nell'hard e collaboratore di Massaccesi anche in numerose altre occasioni. (...) Massaccesi e Damiano continuano insieme nella realizzazione di film hard 'all'orientale' nel tentativo, peraltro riuscito, di costruire un vero e proprio kolossal porno italiano, fantasioso e ironico, in grado di contrastare l'invasione dell'hardcore americano."

(Antonio Tentori) [4]

 

"A questo punto, per la verità, sarebbe opportuno fare un salto indietro, visto che di 'Untold Stories' si parla già nel 1982 con Caligola - La storia mai raccontata, studiato per offrire di più rispetto a quanto proponeva Bob Guccione. In ogni caso, il mercato di Cannes nel 1994 offre un intero stand tappezzato di manifesti riguardanti Marco Polo - La storia mai raccontata che si configura come un vero e proprio kolossal del genere, a partire dalla durata della versione lunga (tre ore). Per l'occasione c'è anche una seconda unità diretta da Franco Lo Cascio alias Luca Damiano ('...la pratica del sesso è stata la mia principale aspirazione, nel cinema ma anche nella vita...', dichiara Damiano in un'intervista stile Mixer - quindi ritmata ma noiosa - realizzata nientemeno che da Malisa Longo, indimenticabile regina del sexy anni Settanta), a inaugurare un sodalizio che durerà a lungo. L'idea è quella di presentare biografie in chiave hard per risvegliare il genere dalla piattezza in cui è caduto (...) e al tempo stesso di ricreare il clima dei primi fumetti erotici, quando classici come Cuore e I promessi sposi venivano adattati per storie che quanto a trovate non hanno niente da invidiare alle parodie di Walt Disney firmate da Scarpa o Martina o Carpi. Peccato però che le ambientazioni esotiche (le Filippine per Marco Polo, il Kenya per il successivo Tarzan) siano di fatto sprecate: a parte i costumi e qualche presa d'ambiente che una volta si sarebbe risolta con qualche stock-shots, l'affastellamento di scene hard domina indisturbata la scena."

(Saverio Giannatempo) [5]

 

"Purtroppo, abbiamo visto le avventure erotiche di Marco Polo pubblicato nella collezione Red Label della Avo Film. Tra l'altro è una versione che sconsigliamo a tutti, così come riteniamo inutile l'intera collana. Si tratta di una versione tagliata all'inverosimile dell'originale film su Marco Polo. La storia è la stessa, in ogni caso. (...) Divertente la trovata della gogna alla veneziana che spiega a suo modo la costruzione della Grande Muraglia. Marco Polo convince tutti che è usanza delle sue parti penetrare da dietro una donna messa alla gogna, come sberleffo e pubblico ludibrio. Basta però recare due mattoni. Alla fine così tanta gente ha approfittato della donna che con i mattoni portati si è eretta la Grande Muraglia."

(Gordiano Lupi) [6]

 

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Marco Polo - La storia mai raccontata: Tabatha Cash 

 

Tabatha Cash: fascino orientale 

 

Nata a Parigi, nel 1973, da padre giapponese e madre italiana, Tabatha Cash debutta nel settore a partire dal 1991 (Sarah Young Private Fantasies 6). Nella prima fase della carriera lavora anche con il veterano del porno d'oltralpe, Francis Leroi (1942 - 2002), che la scrittura nel cast per il suo Rêves de cuir (Sogni di pelle, 1992). Questo incontro sembra dirottarla su set più contenuti, ovvero moderatamente erotici, dato che nel 1993 interpreta per il cineasta francese quasi una decina di film - destinati al circuito televisivo e a quello home video - del ciclo soft "Emmanuelle", a partire cioè da Éternelle Emmanuelle. Ma si tratta di un'esperienza estemporanea, destinata a interrompersi quello stesso anno quando compare di nuovo nel porno Adolescenza perversa (Mario Salieri, 1993). Da lì, in poi, Tabatha Cash interpreta opere a carattere hard direttamente destinate all'home video, sino al 1999. Si segnala, come sua unica partecipazione a un lungometraggio non riservato esclusivamente a un pubblico adulto, il drammatico RAI (Tommaso Gilù, 1995). 

 

Citazione

 

Nelle battute iniziali, Marco Polo è tentato dalla principessa Shahara e sta quasi per sedurla, ma la stessa lo mette in guardia sulle possibili conseguenze, quindi sull'ira del suo promesso sposo:

"La tua vita è legata a un filo di seta, in mezzo un volteggiare di scimitarre."

 

 

NOTE

 

[1] "Eccomi sono il vostro Larry Flint", a cura di Gian Antonio Stella, su Sette n. 14 (1997).

 

[2] "Joe D'Amato - L'immagine del piacere" (Castelvecchi editore), pag. 96 - 97. Dichiarazione rilasciata in un'intervista a cura di Antonio Tentori, pubblicata per la prima volta sul n. 58 della rivista Blue (1995).

 

[3] "Schermi(H)ardenti - Pornocinema italiano e dintorni" (Profondo rosso edizioni), pag. 113.

 

[4] "Joe D'Amato - L'immagine del piacere" (Castelvecchi editore), pag. 64 - 65 - 66.

 

[5] "Schermi(H)ardenti - Pornocinema italiano e dintorni" (Profondo rosso edizioni), pag. 112.

 

[6] "Erotismo, orrore e pornografia secondo Joe D'Amato" (Profondo rosso edizioni), pag. 197.

 

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"L'aspetto più contraddittorio della cultura sessocentrica è che essa convive con la razionalità, la invoca. Il senso piú alto dell'erotismo risiede invece nel coraggio di distaccarsi da ciò che ci circonda, per astrarsi, per erigersi ad altro. Il coraggio, caratteristica fondamentale dell'estasi, sta nel fidarsi di sé stessi e dei propri sensi, nel lasciarsi andare oltre ogni caparbia certezza. La felicità non può che ritrovarsi nell'inconsapevolezza e nell'estasi che la rappresenta sommamente."

(Paolo Crepet)

 

Tributo a Joe D'Amato 

 

F.P. 03/06/2023 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 103'43")

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