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Formula per un delitto

Regia di Barbet Schroeder vedi scheda film

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La recensione su Formula per un delitto

di degoffro
6 stelle

Due liceali annoiati studiano il modo migliore per mettere in pratica il delitto perfetto e, una volta compiuto, sfidano, con la loro supponenza e sfacciataggine, la polizia incaricata delle indagini per dimostrare la loro superiorità ed onnipotenza rispetto ai comuni mortali. Non tutto però andrà secondo il loro diabolico e perverso piano. La trama ricorda "Nodo alla gola"? Verissimo. Barbet Schroeder non è Alfred Hitchcock. Altrettanto vero. Ma soprattutto: Sandra Bullock non è James Stewart. Senza alcun dubbio. Barbet Schroeder nato in Iran ma cresciuto artisticamente in Francia dove, tra l'altro, ha collaborato con i "Cahiers du cinema" e prodotto con la sua compagnia alcuni film dell'amico Eric Rhomer, si è fatto negli Stati Uniti la fama di solido artigiano nel genere giallo/thriller, coinvolgendo nelle sue opere sempre attori di grido. L'ambiguo "Il mistero Von Bulow" con Glenn Close e Jeremy Irons. Il teso "Inserzione pericolosa" con Jennifer Jason Leigh e Bridget Fonda, a tutt'oggi ancora il suo titolo migliore. Il modesto ed irritante "Il bacio della morte" con Nicolas Cage e Samuel L. Jackson, remake rischioso e sbagliato del bel noir di Henry Hathaway. L'inutile e ridicolo "Soluzione estrema" con Michael Keaton e Andy Garcia. Il monotono ma intrigante, anche se non del tutto risolto "Prima e dopo" con Meryl Streep e Liam Neeson. Dopo l'inquieto, dolente e durissimo "La vergine dei sicari" con cui tornava ad un cinema indipendente, provocatorio e di impegno, il regista confeziona un giallo classico, dall'impianto narrativo consueto, partendo da un copione discreto ma non entusiasmante firmato da Tony Gayton ("Incubi e menzogne" con Val Kilmer). L'elemento più interessante, originale e riuscito è l'analisi dell'ambiguo rapporto di forza tra i due rampolli, ragazzi viziati e sprezzanti, eccitati dalla "frenesia del delitto", forse, in fondo, profondamente attratti l'uno dall'altro (la componente omosessuale in più occasioni pare evidente tra il genio di Justin e la sregolatezza di Richard). Schroeder riesce così a regalare qualche gradevole sorpresa, capovolgendo le aspettative del pubblico, fin dall'incipit che non è quello che sembra. L'indagine poliziesca invece scorre lungo coordinate fin troppo prevedibili e telefonate, secondo uno stile alla "CSI", anche perché Sandra Bullock, qui pure produttrice con il regista, al di fuori della commedia romantica dimostra di essere perennemente a disagio come già in "The Net - Intrappolata nella rete", non aiutata nemmeno dal belloccio Ben Chaplin, al solito anonimo. Superflui i riferimenti al violento e crudele passato della protagonista, solo per giustificare il suo pessimo carattere da iena; poco interessanti i pur limitati battibecchi sentimentali tra Cassie e Sam, inutile il personaggio di Lisa, la ragazza contesa dai due assassini. Pregevole la resa dei conti alla casa sulla scogliera, ottima ed inattesa la soluzione finale. Michael Pitt ("The dreamers" di Bertolucci e "Last days" di Gus Van Sant) ha sempre la faccia da cane bastonato e non convince appieno con la sua presenza spaesata, intimorita eppur lucidissima e malefica. Molto più efficace ed incisivo Ryan Gosling, davvero perfetto nei panni di Richard, saputello, viziato e scapestrato figlio di papà e nuovamente alla prese con un ruolo negativo dopo il fanatico nazista dell'interessante "The believer". E' lui l'autentica vera scoperta del film, un talento sicuro da tenere d'occhio, penalizzato nella versione italiana da un doppiaggio disastroso. Il resto, purtroppo, è pura routine. Di classe (la fotografia è di Luciano Tovoli, le eleganti scenografie di Stuart Wurtzel) ma comunque routine. Piccolo ruolo per il compianto Chris Penn. Girato interamente in California. Presentato fuori Concorso al 55° Festival di Cannes. Solo 30 milioni di dollari al box office americano, a fronte di un budget di 50 milioni di dollari (nel primo week end ha incassato solo 9 milioni di dollari, surclassato dall'inguardabile "The skorpion King" spin-off de "La mummia" che ne ha rastrellati quattro volte tanto). Del tutto inosservato in Italia. Allo script ha collaborato, non accreditato, Henry Bean che aveva diretto Gosling proprio in "The believer". Come per "Nodo alla gola" i personaggi di Richard e Justin sono liberamente ispirati alle figure dei reali assassini Richard Loeb e Nathan Leopold. Il titolo originale "Murder by numbers" è lo stesso di una canzone dei Police, scritta da Sting e Andy Summers, incentrata appunto sulla pianificazione del delitto perfetto.
Voto: 6

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