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Femme fatale

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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La recensione su Femme fatale

di SalvoVit
8 stelle

 

Niente da dire. A più di 30 anni dal suo esordio De Palma non riesce a smettere di stupire e gira un film che elimina ogni regola, ne crea nuove e affina un'idea di cinema lontana da ogni schema.


Laura Ash, ladra di gioielli, torna in Francia, sette anni dopo un colpo clamoroso nel quale si sbarazza dei suoi complici. Ma dopo tutto questo tempo, il passato si riaffaccia improvvisamente nella sua vita anche a causa di una sua foto scattata da un paparazzo il quale farà attivare una catena di eventi e di sorprendenti vie di fuga.

 


Come al solito nessuno dà a De Palma ciò che è di De Palma e nessuno riesce ad apprezzare un'idea di cinema che è tipica di una tipologia di cinema che deve saper essere apprezzata con voglia ed interesse. Solo così il cinema di un maestro come De Palma può essere compreso e apprezzato.


Con Femme Fatale siamo di nuovo davanti ad uno dei tanti bistrattati e maltrattati film di De Palma, il quale ormai sembra essersi davvero stancato di tutte le critiche (inutili ed infondate) che gli piombono addosso ed in questo modo crea quella che è un'opera che estremizza e portà oltre i limiti il suo cinema.


Con Femme Fatale siamo davanti a quella che è forse l'opera più destrutturata e illogica di De Palma. Ecco perchè, se non amate il suo cinema, non dovete assolutamente avvicinarvi a Femme Fatale, sarebbe un disastro. Femme Fatale non ho potuto fare altro che vederlo come un livello finale di una carriera grandiosa di un grande maestro. Perchè sembrerebbe quasi che davanti alla sua carriera ci troverebbe di fronte ad una sorta di filmografia multilivello, fatta di primi livelli ed livelli finali. I primi livelli servono come prova, come banco di prova per quei curiosi e interessati che si avvicinano al cinema di De Palma. Se il primo livello si è superato, si passa al successivo, poi al successivo ancora, ed ancora, fino ad arrivare al livello finale, quello rappresentato da questo Femme Fatale, che è quasi la summa di un poeta, un artista, un maestro del cinema che non riesce a smettere di stupire.


In Femme Fatale c'è naturalmente tutto il De Palma che conosciamo, tecnicamente e narrativamente parlando ma, come ho già detto, qui è tutto maggiormente destrutturato e volutamente illogico, quasi portato al limite. Non sarebbe per nulla sbagliato se ci si riferisse a Femme Fatale come ad un noir, perchè è un'opera che ha tutto ciò che un vero noir, seppur atipico, deve avere. L'ambiguità morale dei protagonisti (qui più forte che mai), le atmosfere cupe e misteriose, e, soprattutto, il ritmo che non arriva mai ad un'apice, un ritmo che non esplode mai ma che rimane sempre ad un livello inferiore, senza dare inutili 'scossoni'. Femme Fatale è un film fluido, che rimane per quasi due ore sullo stesso ritmo, sempre teso ma mai esplosivo. Per questo stiamo parlando di un film che non si può assolutamente fermare o mettere in pausa. Un'opera unica che deve essere assaporata così com'è ogni minuto che passa.


Femme Fatale è un film che è rappresentato negli spazi e nei tempi di un luogo pre-esistente esclusivamente per il cinema di De Palma. E' quasi un film fantasy ambientato in un luogo che quasi non sembra (e non è) la realtà ma un luogo inserito volutamente in quello che è l'immaginario realistico ma che non ne segue assolutamente le regole. Ed è per questo che è un film che ha regole sue, non segue quelle della realtà. E' il cinema utilizzato per la (non-)rappresentazione di un'irrealtà sempre presente e mai lasciata al caso nel cinema di De Palma ma che qui soprattutto è fin troppo evidente per essere ignorata.

 


Banderas e la Romijn-Stamos rappresentano due personaggi contorti e misteriosi, che sembrano quasi essere stati fregati dal mondo che li circonda. Laura è una ladra che pian piano sembra comprendere che tutto il mondo che si era precostruito per se stessa, le stia crollando addosso, quando forse però è troppo tardi. Nicolas, il personaggio di Banderas, rappresenta l'artista, una figura sicuramente cara a De Palma. Nicolas è un'artista in un mondo che però non sembra considerare la sua arte. Nicolas vive in un mondo che sembra volere solo scoop e intrattenimento a buon prezzo e le sue opere fotografiche fatte di puzzle di momenti appena impressi e catturati dalla sua macchina, sembrano non trovare spazio nel mondo in cui vive. Ma mentre i suoi puzzle fatti di foto artistiche e misteriose non lo hanno mai portato da nessuna parte, i suoi scatti indiscreti e scorretti lo porteranno in profondità, in un luogo in cui nessuno dovrebbe avventurarsi, nel quale viene trascinato da Laura, una vera e propria femme fatale, che rappresenta al meglio la sensualità, la seduzione, il mistero e la finezza che solo una dark lady come lei deve avere.


Il suo spogliarello nel locale a metà film è devastante, di una sensualità unica, degno dei migliori strip-tease e spogliarelli nella storia del cinema, così come è sicuramente memorabile il grandioso incipit della storia che poche volte è stato così utile all'opera. Quasi mai un incipit era riuscito a far entrare nell'atmosfera e nel clima giusto uno spettatore che non può assolutamente essere consapevole di ciò che dovrà guardare.


Ma Femme Fatale (così come quasi tutti i film di De Palma) è un film che ogni tecnico cinematografico e regista (aspirante o professionista che sia) deve guardare. E' un saggio puramente tecnico, che sicuramente della tecnica non fa la sua sola ed unica virtù, ma che rende chiaro in modo esemplare come devono essere utilizzati gli elementi tecnici di un film in un'opera cinematografica. Ogni opera cinematografica di De Palma, questa a maggior ragione, è una dimostrazione dell'utlizzo di tutti (o quasi tutti) gli espedienti tecnici cinematografici. Dagli split screen ai piani sequenza, dalla profondità di campo fino ai rallenty. In quanti film recenti abbiamo visto l'utilizzo indiscreto e incosciente dei rallenty? Ecco, Femme Fatale è un chiaro esempio di come si utilizza la tecnica al servizio della narrazione senza mai strafare per compiacere o auto-compiacersi, ma solo e semplicemente per amore verso il cinema.


Insomma, un film grandioso, degno del migliore De Palma, che è stato criticato e maltrattato all'inverosimile (in fondo, sono pochi i film di De Palma a non esserlo) ma che fa del cinema, quello vero, la propria virtù.

 


Non è sicuramente un film semplice ma dal cinema non si deve cercare la semplicità, spesso è nelle cose più ricercate e misteriose che si cela il meglio che un uomo posso cercare e il cinema di De Palma è sicuramente ricercato e misterioso, un cinema bisognoso di esistere.

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