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Deadpool & Wolverine

Regia di Shawn Levy vedi scheda film

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La recensione su Deadpool & Wolverine

di YellowBastard
7 stelle

Più che una semplice uscita cinematografica Deadpool & Wolverine, 34º film del Marvel Cinematic Universe ma anche e soprattutto sequel diretto di Deadpool 2, appartenente alla serie degli X-Men della Fox ormai defunta (e il film in parte è anche il suo elogio funebre), è piuttosto un evento meta cinematografico, un po' come il suo protagonista, che trascende volente o meno la sua semplice natura di blockbuster estivo rinfrescante e divertente per assurgere, nel bene e nel male, a pietra angolare del futuro successo (o insuccesso) di, nell’ordine, i Marvel Studios, della Disney e/o addirittura del Cinema stesso.

Tutte cavolate, ovviamente, ma rimane comunque il fatto che è un film molto importante per il Marvel Cinematic Universe, al punto che gli viene dato completo accesso alle risorse del Multiverso, che comprende portali dimensionali, linee temporali parallele, riferimenti agli Avengers, a Loki e al resto del MCU e al solito coacervo di complessità più o meno necessarie.

 

Deadpool e Wolverine sono gli antieroi che meritiamo e di cui abbiamo  bisogno - I Soliti Cinefili

Due cuori e una capanna/film.

 

Benché co-scritto, diretto e prodotto da Shawn Levy, Deadpool & Wolverine è in realtà figlio soprattutto di Ryan Reynolds, del film anche co-sceneggiatore e produttore che si diverte evidentemente un mondo ad essere Deadpool, a cui viene riconosciuto dalla Marvel il controllo (assoluto?) autoriale del personaggio su grande schermo, che realizza esplicitamente un “fan film” che mira soprattutto a solleticare il palato degli appassionati, che è poi quello che lui ha sempre dichiarato di essere.

Difficile raccontare perché funziona senza fare spoiler ma l’aspetto forse più sorprendente è che non è né un totale disastro, come molti si auspicavano, né un nuovo punto di partenza per l’universo cinematografico Marvel, come molti altri invece si auguravano (temevano?), ma è molto più semplicemente “soltanto” il terzo capitolo della saga di Deadpool.

 

E se Deadpool 2 si apriva su delle action figure che raffiguravano (e al contempo canzonavano) la morte di Wolverine in Logan, in questo terzo capitolo è l’intera pellicola a essere costruita completamente su quella eredità come si evince in tutta la sua cadaverica evidenza fin dal prologo, con lo scheletro (in adamantio) di Wolverine che Deadpool trasforma in armi per una delle sue sanguinosissime prese in giro.

L’idea del film è che Wolverine, pur risultandone una variante, non sia soltanto la spalla di Deadpool ma che, riprendendo il finale di quel film, revochi anche lo stesso spettro emotivo e di coinvolgimento di quella pellicola.

È un modo intelligente di sfruttare il successo (ma anche gli insuccessi) dei film passati per integrarli nel nuovo, puntando anche su un canale preferenziale con gli spettatori che conoscono i dietro le quinte e che hanno seguito ogni aspetto delle produzioni passate.

E arrivando anche a chiedere scuse per le cose andate a male.

Tipo questa...

 

Quero Deadpool e Wolverine em um filme juntos”, diz Ryan Reynolds | Jovem  Pan

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Deadpool & Wolverine, il mercenario e l'X-Men all'attacco

"Ehi, pulce! Pubblica ancora una foto come questa e la cosa tra noi due diventerà piuttosto personale!"

 

Ops!! Errore mio! Chiedo umilmente scusa!!

 

Deadpool & Wolverine, infatti, è un film completamente privo di quarta parete e dialoga direttamente, e continuamente, con il pubblico in sala, strizzando l’occhio a uno spettatore partecipante che ama le battute al vetriolo e il linguaggio scurrile di Deadpool (in tal senso un plauso va anche a Simona Izzo che ne ha curato l’adattamento, inventandosi anche tutta una serie di improperi intraducibili dall’inglese).

Deadpool non le manda a dire quando parla della fu 20th Century Fox e/o di certi flop (anche della stessa Marvel) e che ora tornano in produzione nella grande famiglia della Casa delle Idee in cui erano nati, alcuni anche in cerca di riscatto (o di una visibilità che non gli è stata concessa).

Anche questo fa parte del divertimento, soprattutto per gli appassionati di lunga data.

E non capita nemmeno tutti i giorni che una grande realtà dell’intrattenimento come Disney affronti con autoironia questioni delicate che la riguardano e se Deadpool dice certe cose è perché gli è stato concesso di farlo, un po' come un Re che concede soltanto al suo giullare di corte di poter dire la verità, seppur in tono canzonatorio.

 

Addirittura, il multiverso, espediente centrale di questa fase dei Marvel Studios, non è nient’altro che un efficace MacGuffin da sfruttare o, nel caso, da prendere in giro.

E non è neppure obbligatorio cogliere tutta la ridda di citazioni, camei e omaggi al mondo Marvel cinematografico e non (anche se aiuterebbe parecchio) per divertirsi e riuscire a godersi il film.

Un altro esempio è anche l’organizzazione che tutela la linea temporale principale nel multiverso Marvel (TVA), entrata in scena con la serie Loki su Disney Plus (come anche il Vuoto e Alioth, qui alla loro prima apparizione cinematografica) e che qui diventa ancora una volta il centro nevralgico della (im)possibile redenzione di Deadpool così come era già accaduto precedentemente per Loki.

 

Deadpool & Wolverine: svelata la durata record

"Mi chiamo Hugh Jackman e sono il migliore in quello che faccio"

 

Ma Deadpool & Wolverine, finalmente con il suo costume originale dopo un quarto di secolo, non si concentra solo sulla storia di Logan ma recupera l’intera l’epopea Marvel della defunta 20th Century Fox fino a renderlo l’elemento centrale della pellicola.

Un’eredità che ne comprende anche i passi falsi ma che nel bene e nel male ha comunque contribuito a un percorso che ci ha portato fino al film di Levy, e quale contesto migliore se non il “vuoto” come metafora di una discarica dove sono tutti finiti dopo l’acquisizione da parte della Disney.

 

Come e più dei suoi due predecessori, questo terzo Deadpool è privo di senso e completamente fuori di testa, ed è un film dedicato non solo ai fan del personaggio ma quindi è anche un nostalgico epilogo al mondo supereroistico ormai defunto (!) della Fox, la storia è volutamente un mischione che butta (quasi) tutto in caciara, travolta dalla trasgressiva vis comica del ciarliero buffone dal costume rosso, ma che conserva inalterate i passaggi classiche di un film di super-eroi, da alcune cose (troppe?) per scontate ma si segue comunque facilmente (?), soprattutto per un pubblico che comprende e accetta la caratterizzazione estrema (e filologicamente corretta) del personaggio fumettistico, tra un continuo cambio di tono e un’infinita di gag, battute e prese in giro spesso (sempre?) triviali ma, soprattutto, la morte civile del woke e del politicamente corretto.

D&W si vendica anche di una certa cultura americana costruita su un eccesso di simbolismi “falsamente” inclusivi, spesso fin troppo fini a se stessi, mettendo in scena una critica politica e sociale travestito da irriverente blockbuster d’azione.

Un attacco “coordinato” (!) alla decenza così come viene intesa dalle classi medie americane e/o da una certa politica.

 

Deadpool & Wolverine: Ryan Reynolds e Hugh Jackman rivelano con quale  Avenger vorrebbero fare squadra

"Charles? Mamma mia, hai un aspetto favoloso. Davvero! Hai forse cambiato taglio di capelli?"

 

Apprezzabile è sicuramente la prova in regia di Shawn Levy che grazie a coreografie mozzafiato e a qualche piano sequenza di prim’ordine riesce non solo a tener fede alle attese del pubblico dopo i primi due capitoli ma contribuisce anche a migliorare la storia e le caratteristiche peculiari dell’X-Man per eccellenza, contribuendo con successo del suo reintrego nel MCU.

 

A proposito dei due protagonisti, Hugh Jackman & Ryan Reynolds, qualora ce ne fosse ancora bisogno, confermano di essere letteralmente nati con il costume di Wolverine e Deadpool cucito addosso e se funzionano benissimo da soli in coppia sembrano funzionare ancora meglio, divertendosi un mondo nel fare quello che fanno.

 

A interpretarla invece l’antagonista di D&W è Emma Corrin, giovane attrice inglese che, dopo il Golden Globe vinto per il ruolo di Lady Diana Spencer in The Crown, dimostra di trovarsi a proprio agio anche nei panni di un supercattivo dei fumetti, mentre l’altro “cattivo” del film è interpretato dall’altrettanto britannico Matthew Macfadyen. L’ex Signor Darcy del film Orgoglio e Pregiudizio e pluripremiato attore di Succession risulta perfetto nel ruolo dell’arrogante, antipatico e untuoso burocrate della Time Variance Authority (TVA) e sono entrambi un valore aggiunto alla pellicola.

Completano il cast, sorvolando volontariamente sui numerosissimi camei a sorpresa della pellicola, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams e Karan Soni.

 

I beauty look di Blake Lively

E questo è soltanto l'inizio... (Minaccia di livello Omega!)

 

VOTO: 7,5

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