Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Annone vive in una città costiera della Numidia, in Africa. Conduce un'esistenza pacifica, lavorando la terra insieme alla sua compagna; è tuttavia pronto a prendere le armi, al sopraggiungere di truppe romane sotto il comando del generale Acacio. A seguito di un breve combattimento, la città è conquistata ed unita all'Impero di Roma. Il guerriero, morta la compagna sotto i propri occhi, è imprigionato, tradotto in italia, costretto a combattere nelle arene come gladiatore. Annone si presta al gioco; stringe un patto con il suo "impresario", Macrino, il quale gli assicura che in cambio di vittorie sul campo avrebbe avuto possibilità di far vendetta contro Acacio. Nel frattempo dense nubi oscurano i cieli di Roma; sotto il giogo degli insani imperatori gemelli Geta e Caracalla, invisi al Senato, monta la protesta popolare. Diversi personaggi fanno piani per toglierli di mezzo, alcuni per egoismo personale, altri per il bene dell'Impero. Annone diviene un personaggio chiave di tali giochi di potere. Giunge, a distanza di oltre due decenni, il sequel del film d'azione e d'avventura, d'ambientazione storica, "Il Gladiatore"; con il prequel, quest'opera condivide l'universo narrativo, alcuni attori ed il regista, Ridley Scott, il quale sfrutta una sceneggiatura creata "riscrivendo" gli eventi dell'epoca secondo le proprie necessità. Mentre gli eventi si susseguono con una certa rapidità. Dapprima apprendiamo che Annone - individuo dai tratti somatici caucasici, in una terra di "mori" - ha avuto un'infanzia avvolta nel mistero, il quale successivamente è svelato. Egli è il figlio di Massimo Decimo Meridio, il protagonista del prequel, e Lucilla, figlia dell'imperatore Marco Aurelio ed attuale moglie di Acacio. Questi dettagli anticipano un prevedibile epilogo. I pretendenti al trono imperiale, coinvolti in intrighi e tradimenti, si eliminano tra loro; Annone, il cui nome originario è Lucio Vero Aurelio, trionfa, eliminando il suo ex-protettore, Macrino ed impedendo, con l'autorevolezza e la diplomazia di un leader, un massacro fratricida tra pretoriani e militi di una legione fedele al defunto Acacio. Il protagonista è interpretato dall'attore irlandese Paul Mescal; Denzel Washington è l'ambizioso Macrino. Pedro Pascal impersona lo sfortunato generale Acacio. Tornano in scena Derek Jakobi e Connie Nielsen, rispettivamente l'intrigante senatore Gracco e Lucilla, personaggio centrale del racconto in quanto ella è contemporaneamente madre di Annone / Lucio Vero e moglie di Acacio, i quali "nascono" avversari, per poi trovarsi, inevitabilmente, dalla stessa parte della barricata. Questo aspetto del racconto genera una certa tensione; i personaggi principali sono legati da rapporti ambivalenti, i quali potrebbero evolversi tanto positivamente quanto negativamente. Per buona parte della narrazione, non è chiaro quali siano gli "amici" e quali i "nemici" del protagonista. Solo all'approssimarsi dell'epilogo gli schieramenti si fanno nitidi. Buona parte della durata del film è occupata da sequenze di azione, riguardanti combattimenti di vario genere nel Colosseo o altri "stadi". Non ho apprezzato il film; lascio da parte l'aspetto della fedeltà storica - la presenza di incisioni in inglese, in perfetta evidenza, su mura delle scenografie, mette una pietra tombale sull'argomento - ed un inevitabile confronto con il prequel; qui si perde in partenza, Russel Crowe interpreta un protagonista di ben superiore spessore. Non posso non rilevare, vero punto dolente, una generale svogliatezza nel realizzare elementi che dovrebbero rendere "bello" un film. La trama non ha originalità; ha molti elementi in comune con quella del prequel. Nessuno tra gli attori brilla per bravura; i personaggi, proprio perchè "già visti" non riservano sorprese. Paradossalmente, i più interessanti sono gli imperatori gemelli, Geta e Caracalla, l'uno inetto e vanaglorioso, ma in grado di comprendere l'importanza del ruolo e di avere un minimo di cura per il fratello, l'altro completamente folle. Annone elabora il lutto per la perdita della giovane moglie fin troppo rapidamente; non sembra sconvolto nel tornare in contatto con la madre, da cui fu diviso decenni addietro. Ne' lo spaventano le incredibili inside che lo attendono nelle arene; rinoceronti adattati a cavalcature, babbuini dall'aspetto mostruoso, galee cariche di avversari che navigano in acque infestate da squali, orde di feroci gladiatori pronti a combattere sino alla morte. La Roma dell'epoca è un agglomerato di palazzetti con il Colosseo che giganteggia tra loro; a Ostia (Antica) ci sono brulle colline. Dunque, la domanda è ... c'era veramente bisogno di questo film ? Valutando l'aspetto economico, direi di si. L'investimento è stato ripagato. Valutando l'aspetto artistico, temo di no. Non che le potenzialità mancassero, le sequenze d'azione sono ben realizzate, avvincenti. C'erano mezzi e possibilità per realizzare un'opera che non volesse essere emula del prequel, che non pretendesse di brillare di "luce riflessa"; magari che non si prendesse troppo sul serio; ecco, l'avrei preferito. Solo sfide nelle arene, spacconesche, irriverenti. Per buona pace di Massimo Decimo Meridio.
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