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Beetlejuice Beetlejuice

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su Beetlejuice Beetlejuice

di Marco Poggi
7 stelle

Tim Burton cade, pure lui, nella sindrome dell'amarcord di fine anni '80 e, nel suo progetto, coinvolge innanzitutto i sempre bravi Michael Keaton e Winona Ryder, con l'aggiunta della nuova musa dark Jenna Ortega, di un'irriconoscibile Catherine O'Hara e di Monica Bellucci, che si aggira sul set con la faccia sfregiata e spillata.

Tim Burton cade, pure lui, nella sindrome dell'amarcord di fine anni '80 e, nel suo progetto, coinvolge innanzitutto i sempre bravi Michael Keaton e Winona Ryder, con l'aggiunta della nuova musa dark Jenna Ortega (anche qui bravissima, nella parte della figlia ribelle della Ryder, rinnovando il suo taleto, svelato in "MERCOLEDI'"), di un'irriconoscibile Catherine O'Hara e di Monica Bellucci, che si aggira sul set con la faccia sfregiata e spillata, ricordando la creatura di Frankenstein. Il regista ritrova la grinta di un tempo andato e confeziona un prodotto dignitoso, che strappa ancora parecchie risate dark (tutte le scene all'inferno, sono davvero ben fatte). Da ricordare i simpatici Danny De Vito e Willem Dafoe (specie il secondo, che fa la caricatura del poliziotto duro, naturalmente fantasma). Consigliato per una serata spensierata, fatta di attori truccati da fantasmi e mostri vari, e per ritrovare il vecchio Tim Burton di un tempo, che sembrava smarrito nella retorica e banalità. Michael Keaton, dopo anni, in cui recitava il ruolo da duro, torna a far ridere davvero, col suo spiritello porcello (secondo me, è molto più bravo di Johnny Depp) e sorprende anche Winona Ryder, che non sarà più la ventenne, del 1988, però, ci regala dei momenti esilaranti di umorismo macabro, mentre la nuova entrata, Jenna Ortega non le ruba la scena, ma sa interpretare, per bene, il suo ruolo. Alla fine, è una storia di donne: di una madre e una figlia  che non si parlano, inizialmente e, dopo varie controversie, si ritrovano (Ryder e Ortega), di una nonna/madre in lutto per il marito ucciso da uno squalo (O'Hara) e di un ex-moglie zombie che si ricompone e si mette in cerca di vendetta (la Bellucci) e di una medium che parla di fantasmi alla TV, e li vede anche, prima di tornare nella vecchia casa del primofilm (ancora la Ryder). Gli uomini, morti e non morti, oltre a Beetlejuice, hanno ruolo da ingannatori, anche se c'è qualcuno che si salva. Non pesa il cambio del doppiaggio di Beetlejuice, da Carlo Reali del primo, al collaudato Luca Biagini, anche se pare strano trovare Mario Cordova, un'altra voce italiana di Keaton, che è molto amata, doppiare un altro personaggio, quello di Willem Dafoe (che continua con la sua indovinata galleria di mostri fantasy, immergendosi qui nel grottesco e nel pulp), che scambia battute con Biagini...magia del doppiaggio italiano. Non male anche il personaggio di Justin Theroux che fa l'ambiguo nuovo fidanzato della Ryder. Si ride, insomma, ed è già tanto.

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