Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Io non sono un grande intenditore d'arte. Mi piace la pittura, ma non ne sono un grande estimatore, e ancora meno mi interesso alla scultura o alla architettura. Quindi la domanda sorge spontanea: perché una persona appassionata di cinema (non solamente un critico esperto) dovrebbe guardare Arca russa? La risposta è abbastanza complessa. Ma tenterò di semplificarla.
E' vero che in questo film vengono citate le opere d'arte tra le più belle al mondo, passando da magnifici dipinti fino ad arrivare ad imponenti sculture, e non solo, anche la musica prende il suo spazio in questo mezzo documentario. Tutto questo viene mostrato in uno sfondo molto particolare: l'Ermitage di San Pietroburgo, uno dei musei più belli e visitati al mondo.
Ma non ho ancora risposto alla domanda: perché gli appassionati di cinema dovrebbero vedere un prodotto che parla di oggetti e luoghi senza dubbio molti interessanti, ma che per delle orecchie inesperte potrebbero risultare noiosi ed incomprensibili?
Senza ombra di dubbio Arca russaparla di pittura, di scultura, di architettura e di musica, e lo fa anche con occhio esperto, ma tutto quello che mostra lo mostra con un'altra arte, un'arte che, più delle altre, ristagna in quest'opera: il cinema.
Ecco perché Arca russa è un prodotto degno di tutto lo scalpore che ha sucitato, scalpore dovuto al fatto che il regista Sokurov abbia deciso di mostrare il tutto attraverso un unico, infinito piano sequenza, una scelta abbastanza rischiosa in quanto tutto questo virtuosismo sarebbe potuto risultare inappropriato se non fosse stato per determinati fattori. E uno di questi fattori è senza dubbio il bizzarro personaggio soprannominato "l'europeo", il quale viene incessantemente seguito da un protagonista senza volto, senza nome, ma avente solamente una voce e degli occhi, i nostri occhi. Questo è Arca russa, un'opera d'arte. Arte pura.
Noi ci troviamo trasportati all'interno dell'Ermitage,tra centinaia di comparse e tra "sale che eccedono nello sfarzo", come non manca di sottolineare "l'europeo", in compagnia di questi due individui, così diversi nel carattere e nei modi di fare, differenze rimarcate dalla loro provenienza, una differenza che, visti i tempi che corrono, pare incolmabile. Non perché ci sia del razzismo o della incitazione all'emarginazione, ma perché la gente continua ad uccidersi tra loro, non tanto per il colore della propria pelle quanto per il colore della loro bandiera. Popoli sempre divisi a causa di un odio e di una superbia incolmabili.
Questo pessimismo lo ritroviamo anche nel meraviglioso finale, finale in cui il nostro protagonista pronuncia con grande rammarico le ultime battute del copione e la telecamera, dopo quasi un'ora e mezza, cessa, finalmente e purtroppo, di muoversi.
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