Espandi menu
cerca
Cabiria

Regia di Giovanni Pastrone vedi scheda film

Recensioni

L'autore

SatanettoReDelCinema

SatanettoReDelCinema

Iscritto dal 1 marzo 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 11
  • Post 3
  • Recensioni 187
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Cabiria

di SatanettoReDelCinema
8 stelle

Per la regia di Giovanni Pastrone, un autentico pilastro del cinema (non solo quello italiano), con un grandissimo lavoro visivo per gli anni in cui è stato realizzato.

Cabiria del 1914 è una vera e propria pietra miliare del cinema. Trattasi infatti di uno dei primi kolossal della storia dell’industria cinematografica, di un film che per il suo contenuto fu d’ispirazione al grandissimo David Wark Griffith per la realizzazione di Intolerance.

Da non dimenticare che questo film è italiano (il che dovrebbe essere motivo d’orgoglio per tutti quelli che “il cinema italiano non è mai stato nulla a confronto del grande cinema di Hollywood”), con regista tale Giovanni Pastrone.

Pastrone aveva già diretto dei corto-mediometraggi di genere storico in precedenza, come ad esempio Giulio Cesare e La caduta di Troia. Questi però erano dei filmetti abbastanza sperimentali, con una regia nella norma per l’epoca, laddove le inquadrature erano prevalentemente fisse.

Con Cabiria però serviva qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo, oltre che più lungo (187 minuti la versione originale), e dunque fu utilizzato in una delle sue prime volte il dolly, ossia il carrello, con il quale si sarebbe potuto girare la visuale nelle inquadrature dando una marcia in più al senso dello spazio.

E un altro motivo per cui questo film è la presenza di un accompagnamento musicale studiato appositamente per ogni scena. Per chi non lo sapesse infatti ecco una piccola informazione di carattere storico: ai primissimi tempi i film muti che avevano una particolare rilevanza venivano accompagnati da musiche di repertorio (il più delle volte lo strumento era il pianoforte) che non avevano un legame vero e proprio con ciò che voleva esprimere il film in una determinata scena.

Per Cabiria, invece, grazie alle musiche scritte appositamente da Manlio Mazza e Ildebrando Pizzetti si può dire che ci troviamo di fronte al primo film della storia del cinema possessore di una colonna sonora.

Tutto questo, unito al perfezionismo visivo di Pastrone che è sfociato in scenografie e costumi incredibili per l’epoca a cui ci riferiamo, è costato parecchi soldi, ma direi che ne è valsa ampiamente la pena, perché si è scritta la storia.

 

Rivedendo oggi Cabiria di difetti oggettivi se ne trovano ben pochi. I personaggi sono ben caratterizzati, le musiche accompagnano degnamente e, come già detto, visivamente parlando è un gioiellino.

Guardandolo al giorno d’oggi lo si potrebbe trovare datato, potrebbe in effetti annoiare, complici anche le enfatiche didascalie di D’Annunzio che intervallano la pellicola, e la recitazione non al massimo (ma d’altronde gli attori erano sottopagati per via degli elevati costi della resa scenografica).

Resta comunque un capolavoro del cinema, un film imprescindibile per chiunque voglia studiare il linguaggio della settima arte.


Voto: 8,5/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati