Regia di Garry Marshall vedi scheda film
Interessante il soggetto, così così lo svolgimento, con l'handycap che in troppi momenti sembra esser presente solo come arma in più per strappare la lacrimuccia al grande pubblico.
Garry Marshall, quello che era stato a inizio carriera -con “Pretty Woman”- l'enfant prodige del cinema sentimentale hollywoodiano, sposta qui la mira su un amore un po' diverso, aggiungendo l'ingrediente del ritardo mentale a una ricetta a lui (e al pubblico) già arcinota. Il risultato è qualcosa che pur centrando il bersaglio in alcuni momenti, divertendo a tratti e contando sulle ottime performances di Juliette Lewis e soprattutto del sempre sottovalutato Giovanni Ribisi, non può considerarsi un'opera pienamente riuscita. La pecca più grave è secondo me quella di non andare mai a fondo nel vero problema, anche solo a livello sentimentale voglio dire, e così facendo l'handycap appare quasi come uno strumento come un altro al servizio di un pubblico dalla lacrima facile. Ma, mi ripeto, nel complesso non tutto è da buttare e il film val bene una visione.
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