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Chi lo sa?

Regia di Jacques Rivette vedi scheda film

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La recensione su Chi lo sa?

di FilmTv Rivista
8 stelle

Chabrol, Godard, Resnais, Rivette, Rohmer, Truffaut: registi della Nouvelle Vague, la grande onda che scombussolÒ il cinema negli Anni ‘60. Di tutti, Jacques Rivette (classe 1928) è il meno conosciuto in Italia dove sono usciti soltanto alcuni dei suoi molti film (ultimi: ”La bella scontrosa“, 1991, e ”Giovanna d’Arco“, 1994). Ed è il più ostinato: perché scava da sempre intorno ai temi del teatro, della figura dell’attore, della messinscena colta nel suo farsi. Spesso i personaggi dei suoi film sono attori che vivono dentro e fuori i loro ruoli, tra palcoscenico e mondo. Da una parte: le regole della recitazione e un testo da far rivivere nel gioco dell’interpretazione; dall’altra, l’azzardo e l’imprevisto di ogni esistenza. Così il teatro diventa il luogo di un’invenzione che replica, reinventa, riordina (o scompagina) la vita. Il tutto sotto lo sguardo vigile del cinema. Un grande attore come Louis Jouvet diceva: «A teatro, l’attore recita; al cinema, ha recitato». Rivette ci porta a passeggio tra le recite della vita, del palcoscenico e del set. Una compagnia teatrale italiana mette in scena a Parigi ”Come tu mi vuoi“ di Pirandello. Nel ruolo principale c’è Camille (Jeanne Balibar, splendida) che ama Ugo, attore, regista e direttore della compagnia (Sergio Castellitto, perfetto). Camille ha paura di incontrare Pierre, il suo precedente amore, Ugo è preso dalla ricerca di una commedia inedita di Goldoni, Camille ritrova Pierre, le prove dello spettacolo si susseguono, Ugo conosce la seducente Do… Insomma: i girotondi d’amore si intrecciano, Pirandello si mescola a Goldoni, il piacere del teatro incrocia lo sguardo aguzzo del cinema e Rivette si esibisce in un esercizio di alta acrobazia tra rigore e naturalezza, lucidità calcolata e sorprese imprevedibili. Cinema leggero e sofisticato, energia comica e pause di riflessione, vaudeville e melodramma, intrigo giallo (c’è un anello rubato) e screwball comedy. Deliziosa l’ultima mezz’ora quando si sciolgono tutti gli intrighi: ovviamente su un palcoscenico.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 21 del 2002

Autore: Bruno Fornara

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