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La donna di Parigi

Regia di Charles Chaplin vedi scheda film

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La recensione su La donna di Parigi

di MrPostman
10 stelle

Tale pellicola è la più drammatica, tragica e struggente opera cinematografica su cui i miei occhi abbiano mai avuto la "tychè", la sorte, di posarsi, lasciandosi veramente catturare in preda da un'estasi musicale, armonica, "vyctofoba" e morfantropetica indescrivible ed inenarrabile per la sua acrea potenza visiva e metropoliticamente, oltre che sezionalmente, "patetica", perchè intrisa di una cinetica metastasi immobile e quasi fluttuante.Ottimamente scrive Charlie Chaplin nell'introduzione a questo testo a tratti veramente "teatrale" ( e non solo per la sue eminente funzione de-rimotrice ab-reazionaria) che il film non è una delle "slapstick-comedies" tanto in voga all'epoca, nè tantomeno un sudiciume di immagini e scene pesudo-dilavanti e irrisorie: la storia descritta è il dramma estrogeno ed endogeno d'una donna, se non sbaglio di nome Marie, che, dopo aver visto i propri sogni di indissolubile connubio erotico col poprio amante, Jean, andare in fumo per, secondo il mio punto di vista, il rio e reo malvolere di ambedue le famiglie, accetta l'ardua decisione di trasferirsi a Parigi per continuare la sua pur oramai tetra ed intrinsecamente triste esistenza ( diverrà una "madamè" rispettata, avrà il fiancè ipocrita e ruffiano al suo lato, ma, naturalmente, sarà priva del vero affetto).Quella che da Chaplin viene delineata così minuziosamente ( basti pensare al cibo trangugiato con puro piacere dall'aristocrazia e nobiltà della società), è, e questo elemento salta facilmente all'occhio, il disegno perfetto ed immutabile della "dolce vita" ( Fellini era un amante del cinema di Chaplin) di un ceto cittadino, ma soprattutto umano, che purtroppo, e le ultime scene ben lo affermano, non potrà mai affrancarsi della propria monotonia ed innata noia vitale, sicchè la fratellanza, la vera unione in benevolenza fra tutti gli uomini, si può avere solo allorchè si tenga presente e si attui un altro importantissimo fattore al fine del raggiungimento pieno della felicità: il perdono.

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