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L'era glaciale

Regia di Carlos Saldanha, Chris Wedge vedi scheda film

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La recensione su L'era glaciale

di Immorale
8 stelle

Il primo lavoro realizzato dalla Blue Sky Studios per la 20th Century Fox fece subito il botto; rappresenta, a tutt’oggi, forse l’unico capolavoro d’animazione prodotto dalla casa di distribuzione, che all’epoca cercava di accreditarsi come sorellina minore dei giganti Walt Disney, Pixar e Dreamworks.

 

 

Questo grazie ad tecnica in CGI ben realizzata, dai colori tenui e riposanti, ad un sceneggiatura di ferro, a testi divertenti ed a personaggi azzeccatissimi. Elementi, questi ultimi, non sempre scontati in un cartoon, anche se parecchi lavori degli ultimi decenni parrebbero smentire questo luogo comune: raramente, infatti, (forse solo in “Monsters & Co.” e nel primo “Toy Story”, parlando di prodotti made in U.S.A.) il perfetto equilibrio di questi fattori ha prodotto il risultato sperato, come avviene invece in questo lavoro. Bilanciamento raggiunto dosando ad arte la comicità muta del catastrofico e fantozziano scoiattolo Scrat e la comicità slapstick, sorretta da dialoghi fulminanti, del bradipo Sid.

 

 

Una coppia comica irresistibile che relega in un angolo i pur felici caratteri degli altri personaggi “spalla” (il mammut Manny e la tigre Diego), all’interno di una sceneggiatura, ovviamente tarata per un pubblico di ragazzini, che però trova il coraggio di affrontare anche argomenti complessi, quali la morte e la perdita dei propri familiari, all’interno di una storia morale comunque trita (l’unione fa la forza e le diversità non contano), rendendo il film piacevole anche agli adulti. 

 

 

Le trovate divertenti si sprecano, dalla grottesca causa della glaciazione alla lotta con i dodo, dalla gita nella caverna di ghiaccio con ritrovamento di fossili vari alle schermaglie tra i vari personaggi, fino all’infinito scontro scoiattolo-ghianda. Allegrie ben innestate nel tessuto “drammatico” del racconto (il ritrovamento della famiglia del bambino) e nelle sue diramazioni (le macchinazioni delle tigri), per una resa scenica concisa e mai ripetitiva; tutte caratteristiche che si tenterà di replicare nei seguiti (giunti al 4° capitolo), purtroppo malamente e scialbamente realizzati.

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