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Showtime

Regia di Tom Dey vedi scheda film

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Eric Draven

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La recensione su Showtime

di Eric Draven
6 stelle

Vogliamo parlarvi di un film misconosciuto ai più, invero anche un po’ sottovalutato, vale a dire Showtime di Tom Dey (Pallottole cinesi), interpretato dall’inedito duo ben assortito formato da Robert De Niro e Eddie Murphy. Qui, per la prima, assoluta e tutt’ora unica volta fianco a fianco nella stessa pellicola.

Ci soffermiamo brevemente su Showtime poiché De Niro e Murphy sono attualmente protagonisti di due pellicole entusiasticamente apprezzate di Netflix. Il primo, infatti, è lo straordinario, sublime protagonista del nuovo capolavoro di Martin Scorsese, The Irishman, il secondo invece sta spopolando con la scoppiettante, irresistibile commedia Dolemite Is My Name.

Showtime è uno strano oggetto cinematografico, un anomalo ibrido che, riesumando i fasti d’uno dei buddy cop movie per eccellenza, ovvero 48 ore di Walter Hill (il cui protagonista, assieme a Nick Nolte, fu proprio lo stesso Eddie Murphy in una delle sue più celebri interpretazioni che negli anni ottanta ne decretarono il planetario successo, elevandolo a beniamino del pubblico d’ogni età), aggiornandolo all’era nella quale uscì in cui, a sua volta, andavano forti i reality show dell’epoca, si rivelò però purtroppo fallimentare poiché, nonostante sia targato da una major di risma come la Warner Bros, in associazione con la stessa Tribeca di De Niro e Jane Rosenthal, incassò magre cifre al botteghino e non piacque pressoché a nessuno, scontentando infatti la Critica, la quale gli fu impietosa nel classificarlo come filmetto assai dimenticabile di cassetta, deludendo inoltre gli spettatori che, di fronte a un film non facilmente classificabile in nessun genere preciso, rimasero interdetti.

Nel film si narrano le rocambolesche, funamboliche ma soprattutto tragicomiche peripezie di due uomini caratterialmente agli antipodi, il veterano poliziotto Mitch Preston (De Niro) e la guardia di pattuglia Trey Sellars (Murphy). I quali, giocoforza, vengono persuasi da un’intraprendente produttrice televisiva, Chase Renzi (Rene Russo), un’ambiziosa e nevrotica donna alla ricerca d’un programma innovativo per il suo network in caduta libera a livello di audience, a essere i protagonisti d’uno show in presa diretta nel quale saranno filmate quotidianamente le loro spericolate imprese da sfigati eroi in divisa. Insomma, una sorta di Grande Fratello sulle strade dedaliche di Los Angeles.

Intanto, un irredimibile criminale, inventore di un’arma letale non convenzionale capace di distruggere perfino interi palazzi, Caesar Vargas (Pedro Damian), sta seminando il panico in lungo e in largo per la città. Proprio i nostri Preston e Sellars si troveranno costretti a combatterlo al fine d’arrestarlo, consegnarlo alla giustizia e riuscire a sgominare la sua banda d’incalliti manigoldi a piede libero.

In una sarabanda di colpi di scena e folli inseguimenti pazzeschi. Cosicché, congiungendo le loro forze, lanciandosi assieme appassionatamente, anche involontariamente e senza sprezzo del pericolo, in quest’avventura forse più grande di loro, Preston e Sellars, dopo le iniziali, loro reciproche antipatie, diverranno amici per la pelle. Riuscendo nella loro improbabile missione di paladini, sì, ridicoli, ma comunque a loro modo vincenti.

Musiche di Alan Silvestri, il compositore di colonne sonore preferito da Robert Zemeckis, partecipazione straordinaria di William Shatner (Star Trek) nella parte di T.J. Hooker e cammeo della figlia adottiva dello stesso De Niro, Drena, nel piccolissimo ruolo della consigliera-segretaria tuttofare di Rene Russo.

Showtime è un film stupido, mal congegnato e poco efficace sia sul versante della commedia leggera che sul piano dell’azione pura e del mero intrattenimento adrenalinico.

Ma, per via della sua breve durata (appena 90 minuti circa), in virtù dei sempre invincibilmente carismatici De Niro e Murphy, grazie anche alla maestria tecnica delle sue notevoli, spettacolari esplosioni e di alcune car chase scenes indubbiamente girate con energia e grintoso ritmo, tutto sommato, si lascia vedere godibilmente.

 

 

 

di Stefano Falotico

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