Regia di Len Wiseman vedi scheda film
Quella di John Wick è ormai, a tutti gli effetti, un franchise a cui si aggiunge, dopo la serie TV The Continental ambientata negli anni Settanta e che raccontava le origini e la giovinezza del carismatico direttore dell'omonimo hotel che, al cinema, ha il volto di Ian McShane, un nuovo spin-off, questa volta per il cinema, intitolato Ballerina e diretto da Len Wiseman e scritto da Shay Hatten.
Direttamente da una costola di John Wick 3 – Parabellum (i due film viaggiano temporalmente in parallelo), ecco quindi un nuovo revenge movie con protagonista Ana De Armas e, dopo la presentazione al Taormina Film Fest, in sala in Italia a partire dal 12 giugno.
Pensato come una variante femminile e parallela all’universo di John Wick (una prima bozza, poi scartata, si è trasformata in Atomic Blonde) e poi diventato uno spin-off collocato tra il terzo e il quarto capitolo del franchise, si tratta a tutti gli effetti dell’ennesima rielaborazione del Nikita di Luc Besson, con Ana de Armas in vece di Anne Parillaud che pure compare nel film (giusto per mettere in chiaro le cose, nel caso ce ne fosse bisogno) e, come la serie TV, ripropone la stessa squadra già dietro alle pellicole recenti di John Wick, proponendo lo stesso action/thriller muscolare e fracassone, e con gratuite (e reiterate) scene gore.
Cambia però il regista, Len Wiseman (Underworld Saga, Die Hard - Vivere o morire, Total Recall - Atto di forza 2012), cambia anche la trama ma non cambiano tono, caratteristiche e impianto visivo con la sceneggiatura di Shay Hatten che insiste testardamente con le stesse tematiche già (pesantemente?) presenti in John Wick.
Ma abbiamo almeno la svolta femminista del franchise?
Beh, solo all’apparenza.
Ballerina si sforza infatti di riprendere il maggior numero degli stilemi ormai classici del franchise (combinazione tra arti marziali e scontri a fuoco o all’arma bianca, combattimenti ravvicinati in spazi chiusi che sembrano balletti, vestiti eleganti e glamour oltre a sfarzose discoteche rigorosamente al neon, assassini pieni di charme ed eleganza al soldo di sfarzosi circoli criminali d’élite e una società apparentemente priva di qualsiasi amministarzione, polizia o qualcosa anche solo di vagamente "legale") senza apportarne però nessuna modifica o attualizzazione, in special modo in riferimento a una sua natura femminista e/o propugnatrice dei diritti delle donne, dimostrandosi piuttosto un specie di fratello (sorella?) minore della saga principale.
Ma questo c’era da aspettarselo trattandosi di limiti di cui la stessa saga originale non è affatto esente e visto anche che l’unica cosa che conta davvero sono poi le scene d'azione, le trovate visive e il ritorno a quella realtà alternativa sospesa tra l’art decò e i laser delle discoteche, e in cui i luoghi più iconici nascondono gli uffici di associazioni di assassini impegnati ad ammazzarsi tra loro in un’azione continua estremamente creativa e curata fin nei minimi dettagli.
Tutte coreografie e stunt adattate direttamente (e per fortuna?) dallo stesso Chad Stahelski, regista di tutti i John Wick nonché vero e proprio Deus ex machina della saga, e che ci permette di assistere spesso a qualcosa di visivamente nuovo e, onestamente, anche divertente.
Non è certo qui sta il problema.
Il problema, piuttosto, oltre a una prima parte particolarmente ingarbugliata, sconnessa e, diciamocelo, anche piuttosto noiosa, è proprio la protagonista Ana de Armas che, pur mostrando notevole impegno e dedizione, con il film c’entra veramente poco.
E se le sue doti migliori sono l'indubbio fascino, una spontanea empatia e un talento naturale per la commedia leggera, nessuna di queste è necessaria in Ballerina, nel quale l’unica cosa che conta è recitare col corpo e fare acrobazie.
La De Armas, purtroppo, non è né una ballerina ne un’atleta marziale e nelle scene d’azione, seppur ben coreografate, la cosa purtroppo si vede, soprattutto nel bisogno di spezzettare continuamente le scene, con continui stacchi e cambi di inquadrature, per renderle, almeno, credibili (!?!!).
Ok, quasi credibili, o almeno “credibili” nel contesto di un film alla John Wick.
Inoltre, Ana de Armas non ha nemmeno la capacità iconica di Keanu Reeves di essere almeno misterioso, di dare l’idea che dietro ai suoi silenzi ci sia qualcosa di interessante da scoprire, anche se poi non è (quasi) mai così.
Il cast è completato da Ian McShane, il compianto Lance Reddick, Anjelica Huston, Norman Reedus, Catalina Sandino Moreno, Gabriel Byrne, David Castañeda, Abraham Popoola e Sharon Duncan-Brewster.
P.s. Anche la stessa comparsata di John Wick non aggiunge niente di davvero significativo alla storia o ai personaggi risultando un semplice espediente per attirare più gente a vedere il film.
Non è un caso, forse, che ci sia voluto così tanto tempo, al film, per arrivare in sala.
VOTO: 5,5 (5 nella prima, 6 nella seconda parte)
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