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Conclave

Regia di Edward Berger vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Conclave

di yume
7 stelle

locandina

Conclave (2024): locandina

 Conclave di Edward Berger, film tratto dal romanzo di fantapolitica ecclesiastica di Robert Harris (Mondadori, 2016), presentato al Festival di Roma nel 2024 e in sala intorno a Natale, è un caso che ha del paradossale, per non dire del miracoloso ed evocativo.

Pochi mesi dopo la sua uscita al cinema muore Papa Francesco; ieri 7 maggio 2025, 138 (?) cardinali sono entrati in Conclave, per, speriamo, pochi giorni; l’altro ieri il film è tornato in sala, il botteghino va alimentato e cosa meglio dell’elezione di un Papa?.

Sopra le teste dei porporati Michelangelo farà una gran fatica a ricordare che un giudizio li attende e la mano di Dio non sempre sarà tesa benevola verso di loro. Stando agli scenari offerti dal film, non c’è nulla che ponga un freno all’inestinguibile sete di potere di questo pezzo di umanità che il Signore ha eletto a suo rappresentante in terra. Neppure una bomba o un meteorite scagliato dal cielo sulla finestra del grande salone, un coup de foudre che non ammazza nessuno, solo un po’ di polvere sulle rosse tonache.

Conclave gioca a carte scoperte e non inventa nulla che già non sappiamo.

Solo, ce lo fa vedere.

Il regista diceva di essere curioso del mistero che avvolge quel mondo e voler guardare come dal buco della serratura.

Ora abbiamo visto e non è stato un bel vedere.

Forse la coppia Harris/Berger ha calcato la mano nel finale e, volendo accontentare tutti, ha inventato un Papa eccentrico sotto tutti gli aspetti, ma proprio tutti.

Soluzione narrativa che fa perdere compattezza ad un racconto di due ore serrato, stringente, travolgente e privo di cedimenti.

Meglio sarebbe stato mantenere il clima di cupo realismo che è il suo credito migliore, lasciare aperto lo squarcio su un’umanità miserabile che avrebbe fatto arretrare perfino Dante, chiudere definitivamente alla speranza a cui quasi nessuno crede più.

Conclave non è un film per anime belle.

Come c’insegnarono quei due bravi fratelli, Cinema e Vita hanno un legame indissolubile, quel treno alla stazione di Ciotat poteva anche uscire dallo schermo o no, bastò la paura, poi si capì tutto e non sappiamo se qualcuno si fece una bella risata.

Con Conclave c’è poco da ridere. Le cose vanno così.

Harris e Berger sono stati fin troppo assolutori, nei secoli le cose sono andate perfino peggio.

Oggi ci si accontenta di qualche scandalo sessuale, qualche marachella finanziaria, qualche ragazzina scomparsa da decenni nelle segrete stanze (non faccio nomi ma cognomi sì, Orlandi).

Crociate, antica parola in seguito diventata colonialisno, inquisizione e roghi di streghe sono roba vecchia, oggi anziani uomini compunti sfilano a reti unificate nelle loro eleganti divise, aeree suorine svolazzano felici di cucinare, servire e rassettare, masse di fedeli in piazza col sole e con la pioggia, giunte dai quattro angoli del pianeta, accettano senza protestare controlli polizieschi, lasciano perfino bottigliette d’acqua a terra,  sai mai che a qualcuno venga in mente di farne molotov.

Stanley Tucci

Conclave (2024): Stanley Tucci

E mentre Fellini sbircia sornione dalla sua nuvoletta rosa quelle magiche sfilate di ombrelli bianchi,

il gran circo Barnum fa audience, la civiltà dello spettacolo avanza e la guerra può aspettare,

anche se 52000 palestinesi morti e tutti gli altri senza più vitto e alloggio non aspetteranno il Buon Pastore,  naso all’insù verso lo sbuffo di fumo bianco.

 

 

www.paoladigiuseppe.it

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