Regia di Edward Berger vedi scheda film
Giallo papale con colpi di scena a ripetizione fino alla fine complottista ma senz'anima.
Non sono cattolico e credo che quello che accade nel conclave non può essere che una lotta fra uomini di potere che aspirano ad arrivare al papato per esercitare un potere maggiore. Il problema del film è il percorso che fa per arrivare alla fumata bianca. Ogni cardinale papabile ha i suoi problemi, fardelli gravi da portare per loro e dolorosi da accertare per il decano della situazione che deve scegliere il meno peggio. La struttura del film è quella del thriller senza esclusione di colpi tra i porporati che sanno che una volta vestiti di bianco potranno nascondere gli scheletri negli spaziosi armadi vaticani. Per le discussioni teologiche non c’è spazio in una chiesa sempre più pop senza essere popolare, influencer sempre meno influente. la dicotomia dei film americani impone come unico obiettivo del decano di non far eleggere il cardinale tradizionalista interpretato da Castellitto, unico che cerca di intraprendere un discorso etico, aldilà della bontà delle sue idee, è lo spauracchio che può riportare indietro di decenni la chiesa rimane poco sfruttato dal film che vuole evitare discussioni morali. Chiunque allora ma non lui, si tenta di eleggere il papa nero che in gioventù ha ceduto ai piaceri della carne. L’ultimo cardinale che ha incontrato il papa prima di morire in realtà stava per essere destituito perché il morente aveva scoperto le sue manovre corruttive verso altri cardinali per farsi eleggere come suo successore. Il favorito del decano parte riformista, impaurito e lusingato dalla possibile elezione diventa moderato e bramoso di potere durante il conclave. Alla fine lo stallo viene rotto dal boato di un’attentato che fa entrare la luce simbolica e reale nel conclave che si illumina ed elegge l’ultimo arrivato nominato in un luogo pericoloso per i cattolici, estraneo a tutte le manovre del palazzo è pronto a dare la svolta alla chiesa del futuro. Il colpo di scena finale non può mancare in un film che deve mantenere la sua tensione spettacolare senza mai appesantire il discorso spirituale, dove ogni genere di persone è peccatrice e la sacralità di un elezione che interessa un centinaio di persone non può esistere. Semplicistico e schematico o stai con me o sei contro di me non ci sono terze vie, ma tra il thriller e lo spirito santo ci poteva essere molto altro.
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