Regia di Coralie Fargeat vedi scheda film
Film "forte", con situazioni "forti", con nodi e fiumi di sangue....molto interessante, pure.
Non sono poche le cose che si evidenziano in questo horror fantascientifico molto splatter. La prima è ovviamente la regia, con la scelta di inquadrature che porta a esiti a volte stilosi, a volte ripugnanti, così che particolari anche banali, ripresi così da vicino, diventano ributtanti. E chi è dunque il regista? La regista, meglio, dato che è la signora Fargeat, francese, che dopo lunga gavetta e poca fortuna si era fatta notare col suo primo lungometraggio, Revenge, uscito meno di una decina d’anni fa, che era piaciuto a molti, non a me, che lo catalogai come un filmaccio di serie Z ma, leggo dalla mia recensione, fatto bene e ben diretto. “Regia solida, sicura, e pure creativa”, scrivevo. Alcuni elementi di quel film vengono ora ripresi in The substance: la violenza; le cose impossibili; lo splatter e le situazioni disgustose, quanto meno. Ancora, come il precedente, la regista firma pure la sceneggiatura.
Il film è piuttosto bello e gli darò 7. Un fanta-horror magari non molto originale, ma senza sconti, per nessuno, né per lo spettatore né per le attrici; ci sono tanti nudi e tanto tanto sangue, a fiumi; le musiche sono interessanti, pure.
Una menzione ovviamente per Demi Moore, che si mette a nudo col corpo e con l’anima; la stessa trama potrebbe avere dei riferimenti alla sua carriera, così come a quella di tante attrici un tempo sex symbol e ora milfone. Però anche la brava Margaret Qualley non si risparmia. Non anticipo molto sulla trama, peraltro abbastanza nota; va citata però la scena, sicuramente simbolica, dell’incessante sangue vomitato sulla “creme” dell’industria cinematografica, e qua sarebbe bello sentire la regista se in quel caso si fosse tolta qualche sassolino.
Film osannato da molta critica, partecipò a Cannes, dove vinse per la sceneggiatura; alla notte degli Oscar fu ben presente, con 5 candidature (film, regia, sceneggiatura e attrice), vincendo infine solo quella per il trucco. La Moore, già vincitrice poco prima del Golden Globe, fu sconfitta un po’ a sorpresa.
In Italia il film fu sesto negli incassi settimanali; nel mondo andò molto bene, grazie anche a un budget minore, e, per tutto quanto sopra, teniamo d’occhio questa talentuosa regista / sceneggiatrice.
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