Regia di Robert Eggers vedi scheda film
Baracconata mainstream da parte di Robert Eggers, uno che ha qualche buona qualità ma che si sta appiattendo verso un Cinema horror di maniera, senza infamia e senza lode. Così è, esattamente, pure questa ennesima ripresa della figura letteraria del vampiro per eccellenza, Nosferatu. Ce n'era bisogno? No. Però, nel Cinema di oggi, così rimasticato, dove tornano in sala, restaurati, film del passato, rimettere mano a Nosferatu, è quasi roba normale. Siamo lontanissimi, e vorrei vedere, dal capolavoro di Murnau o dal Nosferatu di Kinski (diretto da Herzog), molto più inquietante. Qui il vampiro è uno strano essere, ricalcato sul cadavere di un (possibile) Vlad l'Impalatore, che parla con uno stupido accento russo (almeno nel tremendo doppiaggio italiano), che non ha a che fare con i pipistrelli (non se ne vede uno) ma con i topi, un po' demone e un po' zombie. Il film miscela vari stilemi horror, includendo pure film sulla possessione e sui demoni. Un sacco di visioni/sogni infarciscono una pellicola forse un po' troppo lunga, brutti effetti digitali testimoniano la quasi inesistenze di Cinema e pure la regia fa quel che può. L'unica cosa che lo salva, è il ritmo. Bisogna dire che le oltre due ore, fluiscono bene, e se si superano gli evidenti limiti, ci si può anche divertire. Certo, rimane in bocca una sensazione plasticosa, non c'è mai potenza, in nessuna situazione, se non nella risoluzione finale, molto buona. Un Nosferatu a due dimensioni, così come sono a due dimensioni, tutti i protagonisti, compreso Dafoe, ormai abbonato al ruolo di medico più o meno pazzo. Film perfetto per un sabato pomeriggio piovoso. Dimenticabilissimo.
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