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Il più bel giorno della mia vita

Regia di Cristina Comencini vedi scheda film

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La recensione su Il più bel giorno della mia vita

di steno79
7 stelle

Giunta al suo settimo film per il grande schermo, Cristina Comencini si conferma con “Il più bel giorno della mia vita” come una delle nostre autrici più capaci di raccontare e trasferire su pellicola in modo attendibile e personale storie e personaggi presi in prestito dalla vita di tutti i giorni. Guardando un film del genere, una buona parte del pubblico si può identificare in vicende fortemente calate nella realtà contemporanea, in cui si rispecchiano ansie e frustrazioni di giovani e adulti alle prese con problematiche che più attuali non potrebbero essere ( il disagio e il senso di disorientamento dei ragazzi, le nevrosi dei genitori, il conflitto tra la fedeltà coniugale e l’amore per un altro uomo, l’omosessualità...). Il merito principale della Comencini è quello di riuscire a posare sui suoi personaggi uno sguardo penetrante ma partecipe, tipico del genere di film intimista in cui la pellicola si inscrive, senza punte di moralismo ricattatorio e senza il buonismo zuccheroso che ha indotto una parte della critica ad accostare questo film ad altri prodotti più superficiali e “carini” del cinema italiano recente. Il filo narrativo dell’opera intreccia le vicende dei tre figli di una signora borghese ormai vedova (Virna Lisi), ognuno alle prese con una situazione difficile se non problematica : Sara (Margherita Buy), anche lei vedova, deve far fronte a un figlio inquieto e a un corteggiatore telefonico che le riserverà più di una sorpresa; Rita (Sandra Ceccarelli) è sposata con un uomo che la ama e madre di due figlie, ma si rifiuta al marito perchè innamorata di un affascinante veterinario, mentre Claudio (Luigi Lo Cascio) è un avvocato omosessuale che fatica ad uscire allo scoperto e a rivelare la sua condizione alla madre. Questi fatti si alternano ad altri di cui sono protagonisti i figli della Buy e della Ceccarelli o i loro amici, creando così una sorta di affresco dove non c’è un personaggio che emerge sugli altri, e che per la coralità della sua struttura si ricollega ai film precedenti della Comencini, “Matrimoni” e “Liberate i pesci”, anche se di questi ultimi non conserva il tipico registro da commedia all’italiana che la Comencini probabilmente ha ereditato dal padre. Tra le riserve che sono state espresse sul film vi è anche quella di essere girato con uno stile più televisivo che cinematografico : accusa che personalmente mi sentirei di smentire, visto che in questo caso l’immagine conserva una pregnanza e una fluidità che vanamente si cercherebbero nelle tante fiction che affollano i palinsesti mediatici, e visto che il linguaggio utilizzato dalla regista talvolta sa aprirsi a ricercatezze forse memori di certi film di Resnais, con inquadrature in cui, grazie a un uso metaforico della giustapposizione fra suono e immagine, si intersecano piani temporali e spaziali differenti. La Comencini dimostra così di avere un talento aperto alla sperimentazione e alla ricerca di soluzioni narrative inedite, anche se “Il più bel giorno della mia vita” resta un’opera di fattura rigorosamente classica e centrata più sul contenuto che non sulla forma. Resta da evidenziare il contributo essenziale di alcuni dei migliori interpreti cinematografici nostrani come la Buy (a cui, a dire il vero, è stato assegnato un personaggio un pò insipido che non le permette di primeggiare come al solito), la Ceccarelli e Lo Cascio, entrambi esemplari per sobrietà e finezza nel tratteggiare due caratteri straziati da passioni che li mettono profondamente in crisi, mentre Virna Lisi, pur brava, inizia forse a risentire un pò del clichè di mamma e nonna alle prese con figlie e nipoti difficili, come lo era in “Va dove ti porta il cuore” della stessa Comencini. La regista ha saputo inoltre amalgamare molto efficacemente la recitazione di questi interpreti di razza con quella di volti giovani e ancora poco conosciuti, dimostrando anche in questo un fiuto infallibile e una padronanza del mestiere in tutto degne della maestria del padre, e che lasciano ben sperare per il futuro. voto 7

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