Regia di Vito Zagarrio vedi scheda film
Angela, italoamericana, torna in Sicilia per un funerale. Sul traghetto incontra Salvo, giovane un po' sbruffone che le confessa di essere un picciotto ricercato. Così non è, ma Angela lo scopre quando ormai fra i due si è instaurato un feeling.
La donna della luna è l'esordio in lungometraggio a soggetto di Vito Zagarrio come regista, già autore del documentario Divine Waters e meglio noto come critico cinematografico. Zagarrio scrive anche la sceneggiatura insieme alla collega di penna Emanuela Martini e a Lucio Mandarà, attivo come autore di fiction da un paio di decenni; la storia è una sorta di dramma psicologico con risvolti romantici, destinati a rimanere sospesi fino alla drastica conclusione. I personaggi sono indubbiamente ben definiti, i dialoghi risultano sufficientemente credibili, ma la trama in sè non offre nulla di particolarmente elaborato o memorabile, vivendo anzi di qualche clichè e momento prevedibile di troppo. Greta Scacchi è il nome centrale sul cartellone e certo funziona sullo schermo meglio del coprotagonista maschile, il semisconosciuto Luca Orlandini, visto in quel periodo in alcuni film televisivi e poi sparito dalla circolazione; in realtà anche dietro questa produzione c'è la tv, poichè Zagarrio lavora per Reteitalia di Berlusconi, pur con canoni estetici indirizzati verso il grande schermo. Nel cast non compaiono altri nomi degni di nota: Marcello Perracchio, Miko Magistro, Pasquale Spadola, Mario Nobile; da segnalare però la tutt'altro che scontata presenza in un ruolo importante di Tim Finn, cantautore neozelandese che in quegli anni ebbe qualche particina cinematografica proprio grazie alla Scacchi, sua fidanzata di allora. 3/10.
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