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L'esorcista

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su L'esorcista

di tafo
6 stelle

" Penso che l'esorcista sia ancora così terribile per tanta gente proprio a motivo dell'approccio così schietto e diretto che abbiamo scelto.(...) Durante la prima ora del film in cui mostriamo le analisi mediche, gli esami del cervello e gli psichiatri all'opera, in realtà il pubblico sa già di cosa si tratta, non sta aspettando altro che di vedere il diavolo manifestarsi. Per questo tutta l'attesa della prima parte, dopo che il reale ha esaurito le sue carte, non fa che creare in chi vede il film la disposizione ad aspettarsi il peggio, il conflitto finale tra il bene e  il male. E se i critici americani mi hanno seguito sin lì, mi hanno abbandonato proprio all'ultimo rullo, alla battaglia con il diavolo, perchè non c'è molta gente che ancora crede ai rituali dell'esorcismo della Chiesa Cattolica Romana. Eppure così come abbiamo fatto per tutti gli esami clinici ci eravamo documentati con la consulenza di  tre medici, lo stesso abbiamo fatto per quanto riguardava l'esorcismo vero e proprio." ( William Friedkin )   


Dal punto di vista estetico-spettacolare non c'è molto da dire a un film che tratta il diavolo così concretamente nella sua presa graduale della ragazza protagonista. La trasformazione della povera Regan da interna e scientifica diventa esterna e diabolica grazie al trucco che ne modifica la faccia la voce e la personalità spingendola alla violenza su se stessa e sugli altri senza più controllo. Dal punto di vista etico-dialettico il film non funziona, nel momento in cui Regan comincia a parlare con la voce del maligno dice solo sconcezze imitando perfettamente l'idioma dei giovani odierni senza riuscire insomma ad essere veramente diabolica semmai sempre più ridicola. Quello che veramente mi disturba è il moralismo cattolico, ma quello che mi sorprende ancora di più è il perchè la chiesa cattolica non lo abbia valutato come tale come esempio di vittoria del bene sul male. Il sacrificio finale del prete-psichiatra in crisi di fede e che ha appena perso la madre rimane un atto riabilitativo, che ne lava cristianamente i peccati compiuti in terra. 
La forza del film sta nell'affrontare il male senza svolazzi nel soprannaturale e nel metafisico ma restando sempre nell'ambito razionale-scientifico arrivando per esclusione alla necessità di un esorcista. La forma dell'opera è ineccepibile nel suo procedere logico se si considera che siamo in un film di genere che alla fine vuole mostrare come si fa un esorcismo.
La sostanza è quella di un opera che vuole essere blasfema ma non ci riesce, risultando al massimo maleducata come un ispettore di polizia che in servizio chiede un autografo alla sua attrice preferita , o un regista che gira un film su Ho Chi Minh con lo stile Disney.

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