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Mulholland Drive

Regia di David Lynch vedi scheda film

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Sofia62

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La recensione su Mulholland Drive

di Sofia62
6 stelle

Dopo aver visto questo film mi sono ricordata di un passo del Macbeth che recita:“ La vita non è che un’ombra vagante, un povero attore che avanza tronfio e smania la sua ora sul palco, e poi non se ne sa più nulla. È un racconto fatto da un idiota, pieno di urla e furore, che non significa niente.” 

Inizialmente il film sembra riguardare la storia di una bella ragazza bruna (Laura Harring) che dopo un incidente automobilistico (prima del quale, comunque, stava per rimanere uccisa in quella che sembrava una resa di conti) perde la memoria e sguscia dentro una casa appena lasciata libera da una anziana signora. Lì incontra una rampante aspirante attrice (Naomi Watts), nipote della padrona di casa, in cerca di fortuna a Hollywood. Quest’ultima decide di aiutare la sventurata a ricostruire quello che le è successo. Tra le due nasce una simpatia che diventa passione. Fino ad un certo punto questa trama procede, pur interpolata da altri episodi che sembrano marginali o la cui importanza non è a tutta prima molto evidente (come la scena del regista che avendo trovato la moglie con l’amante le immerge i gioielli in un barattolo di smalto rosa o quella di un killer maldestro che prima fa fuori un tizio per rubargli, a quanto sembra, un foglio con dei nomi e poi è costretto, per la sua sbadataggine, a fare una piccola strage…). Insomma lo scopo sembra quello di disorientare lo spettatore e di fargli venire il mal di testa a forza di cercare cosa si colleghi con cosa. Tutto sembrerebbe più logico se in realtà fosse frutto di un sogno un po’ troppo realistico. Ma anche questa opzione, confortante, non convince, si sente che ha qualcosa di stonato. 

Interessante è il cambiamento dei punti di vista, che muta il volto dei personaggi trasformando quelli inizialmente innocenti in colpevoli e viceversa.

Il regista, David Lynch, sembra giocare con la storia e con i generi, mescolando il noir con il thriller e con la commedia.  C’è anche qualche tocco di soprannaturale, come la figura mostruosa che si rivela ad un incauto sognatore (accompagnato dal suo analista?), provocandogli un infarto o la folle vecchietta, vicina di condominio, che, bussando alla porta delle due ragazze, predice loro tremendi eventi futuri.

Insomma, sembra che Lynch ci dica che il cinema come la vita è un bel caos. Inutile cercare un ordine o una verità assoluti.

 

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