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Il favoloso mondo di Amélie

Regia di Jean-Pierre Jeunet vedi scheda film

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La recensione su Il favoloso mondo di Amélie

di champagne1
9 stelle

Come tutte le bambine di 6 anni, Amelie voleva essere abbracciata da suo padre, un dottore, che però interagiva con lei solo attraverso la visita medica. Ogni volta che ciò avveniva il cuore di Amelie batteva più forte per quell'inusuale ma pur sempre desiderato contatto: così che il padre si convinse che ella soffrisse di un'aritmia cardiaca.

Basterebbe questo incipit a farvi innamorare del personaggio...

Amelie è la innocenza perduta della nostra infanzia, in un incrocio fra l'universale desiderio che tutto intorno a noi debba risolversi per il meglio e il moralistico senso di giustizia che vorrebbe punire anche le piccole meschinità; è la ritrosa timidezza dei bimbi che vogliono guardare tutto, ma poi non vogliono essere visti; è quell'infantile senso di onnipotenza per cui ogni avvenimento che succede dipende in qualche misura da quello che abbiamo o non abbiamo fatto, anche un disastro ferroviario; l'immaginazione al potere per cui quello che sogniamo diventa più vero di quello che veramente accade.

In una Parigi senza tempo, color pastello come le illustrazioni di un libro di favole, vivono personaggi eccentrici e meravigliosi, ognuno con alle spalle una storia apparentemente scialba, e che però nelle mani giuste diventerebbe la trama di un intero libro.

Amelie ricama le sue trame ingegnose, rende complicate le cose semplici e semplfica quelle difficili; dissolve le nubi, crea amorosi incontri, fa resuscitare i morti, dà vita ad un nano...

Come un novello Zorro vuole solo che la giustizia trionfi, solo che così rischia di non cogliere l'attimo giusto per l'amore della "sua" vita.

Non ci sono gli animaletti Disney (e non se ne sente nemmeno il bisogno), ma il mondo è quello: poetico, onirico, con una Audrey Tautou fantasticamente entrata nel ruolo che conduce lo spettatore in una dimensione di speciale leggerezza dalla quale si fa fatica ad uscire.

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