Regia di Jean-Pierre Jeunet vedi scheda film
"Amélie nel paese delle meraviglie", ossia Parigi, o meglio Montmartre. Commedia fresca e genuina sui sognatori. Sì, i sognatori, quelli che si lasciano prendere dalla vita, quelli che fanno le cose per il puro piacere e gusto di farlo, quelli che agiscono senza poi preoccuparsi troppo delle conseguenze, quelli che vivono con la giusta leggerezza la vita.
Amélie è una ragazza poco più che ventenne che lavora in un bar a Montmartre. Vive in un condominio, abitato dai personaggi più vari e stravaganti di cui Amélie non si interessa poi così tanto fino a quando...non accadrà l'evento che le cambierà la vita, ossia....la morte di Lady D...che le farà trovare in casa sua, nascosto, un barattolo di ricordi e giochi di un bambino vissuto lì molti anni prima. Da qui nasce quindi la ricerca di questo bambino, ormai adulto e quasi anziano e da qui Amélie decide di prendere in mano la propria vita e viverla con forza e freschezza, diventando artefice del proprio destino ma anche e soprattutto di quello altrui, dal fruttivendolo sotto casa, alla portiera, a "l'uomo vetro", che ogni anno dipinge "Colazione dei canottieri", di Renoir.
Il film inizia in maniera scoppiettante tenendo un ritmo alto, in cui viene raccontata la difficile e atipica infanzia che Amélie ha dovuto sopportare; ritmo che tuttavia nel passare del film rallenta e dà man mano più importanza alla storia d'amore della nostra protagonista con un altro sognatore come lei, che lavora in un sexy shop ma colleziona i volti e le foto stracciate dalle macchinette per le fototessere nelle metro di Parigi.
Ecco, personalmente, se si fosse mantenuta la freschezza e il ritmo iniziale, sarebbe stato tranquillamente un film da 10, però sono state fatte altre scelte che rendono comunque il film gradevolissimo e bello.
Che dire poi della colonna sonora, si rimane semplicemente estasiati che anche ascoltarla da sola provoca piacere. Soprattutto, musiche giuste al momento giusto e nelle scene giuste.
Insomma, vedetelo, ne vale la pena. Parole di uno che vorrebbe essere un sognatore.
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