Regia di Carmine Gallone vedi scheda film
Nel 1961, anno di uscita di questo “Don Camillo Monsignore ma non troppo”, l'Italia incominciava ad essere parecchio diversa da quella descritta da Guareschi nel suo “Don Camillo”. La guerra e le sue penurie erano ormai solo un ricordo, e anzi per i giovani, per quelli della generazione dei miei genitori, non era nemmeno quello ma solo storie ascoltate mille volte dai più vecchi. E così questo quarto capitolo della serie perde secondo me qualcosa rispetto a quelli realizzati negli anni '50. Gino Cervi e soprattutto Fernandel appaiono molto invecchiati. Divertente la scena a inizio film dove Don Camillo tesse le lodi dei cittadini di Brescello all'inviato del Vaticano: “Mi hanno bastonato sei volte, ma le giuro, sempre con legni dolci e con molto affetto; mi hanno anche sparato addosso, ma con pallini n. 5, robetta leggera”. Anche la voce narrante cambia rispetto ai precedenti film: Sergio Fantoni prende il posto del mitico Emilio Cigoli (il Clark Gable di “Via col Vento” in italiano...).
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