Espandi menu
cerca
L'uomo che non c'era

Regia di Joel Coen vedi scheda film

Recensioni

L'autore

toni70

toni70

Iscritto dal 19 marzo 2005 Vai al suo profilo
  • Seguaci 9
  • Post -
  • Recensioni 229
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su L'uomo che non c'era

di toni70
10 stelle

Voto: 8,5 - I fratelli Coen sfornano con l'uomo che non c'era una delle loro migliori opere, forse la migliore. Un nichilismo imperante, tanto pressante da arrivare a negare pure se stessi, tema portante della loro cinematografia, viene qui rappresentato attraverso la voce di un taciturno e introvarso barbiere di provincia che cerca la fortuna attraverso la via più facile; decide per un ricatto che sarà solo l'inizio di una serie di accadimenti di cui lui stesso rimarrà vittima. Tutti sconfitti i protagonisti di questa pellicola, nessun vincitore in un mondo in cui tutto torna, dove il confine tra reale e non sembra a volte labile, concetti rappresentati anche attraverso immagini suggestive; tema portante di molte opere dei fratelli Cohen, l'essere umano mediocre, sperduto nei viali della vita e in cerca di un significato sul suo senso, inconsapevole del valore della stessa, avido, che cerca la salvezza attraverso illeciti e mediocri mezzi atti a truffare i suoi simili; ma sarà punito da una giustizia, reale o divina poco importa, a volte per puro caso (e in questo mi ricorda Kubrick) e altre per stupida ottusità. Un film vero, sul caso, sulle coincidenze che muovono i fili della nostra esistenza, fino a determinarne una fine che non siamo più in grado di governare; un film che ci appartiene, con giudizi molto negativi su di noi e sulla nostra società, cosparso di un sottile e raffinato umorismo che lascia intendere quasi ad uno scherzo: ed in effetti sembra proprio così, se si pensa a come si sono svolte gli avvenimenti in alcuni punti quasi surreali, ma ci insegna come, per quanto possiamo cavarcela, c'è sempre qualcuno a cui rendere conto, a cominciare da noi stessi. Il film scorre sulla voce narrante del protagonista, splendidamente supportata da lente ed efficaci riprese, quasi a volerci accompagnare nella sua zona d'ombra, da un bianco e nero stupendo, con efficaci silhouette che ne esaltano i contrasti, chiari scuri e metafore create con artifici visivi, con giochi d'ombra e riflessi di luce che riportano ai grandi noir del cinema del passato e da una fotografia davvero eccellente. Ho cercato di interpreatre quella brillante luce bianca che impera nel corso dell'ultima scena; in un film pessimista, costellato dal nero, con un finale che sa di condanna non ho capito questo simbolo di purezza; forse in punto di morte tutti hanno una possibilità di redimersi, se hanno il tempo di pensare. Ottimo Billy Bob Thorton, un protagonista calato perfettamente nel suo ruolo di uomo rassegnato al suo destino, e che quando decide di agire lo fa nel modo sbagliato; ma anche le altre intepretazioni sono convincenti, da James Gandolfini, all'immancabile compagna Frances McDormand ad una giovanissima Scarlett Jhoannson che a vederla oggi sembra quasi regredita ad un livello inferiore. Assolutamente da vedere, rivedere ed apprezzare, fino in fondo.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati