Regia di Stéphan Castang vedi scheda film
Vincent (Leklou), un mite e timido grafico, viene colpito ripetutamente da un giovane stagista sul posto di lavoro. Poco dopo, è un collega a conficcargli una biro nel polso. Gli episodi di aggressione immotivata, scatenati da un semplice scambio di sguardi, si moltiplicano al punto che Vincent è costretto a rifugiarsi nella casa avita di campagna, al riparo da tutti. Ha così l'occasione di conoscere la cameriera di un ristorante (Pons) che sembra essere l'unica non incline a dare fondo a episodi di brutalità. Ma questa violenza diffusa è ormai un'epidemia.
Comincia con un registro grottesco, poi sembra proseguire come un'opera claudicante di Haneke e si conclude come un becero horror questo film franco-belga che proprio non si capisce dove voglia andare a parare. A leggerlo come un apologo sull'eccesso di suscettibilità si rasenta il ridicolo, ma anche a volerlo vedere come una metafora della recente pandemia lo spettacolo rimane imbarazzante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta