Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Prossimo futuro. Mickey Barnes prende parte ad una spedizione in direzione del pianeta Niflheim, ove un nutrito gruppo di umani, sotto la guida del miliardario Kenneth Marshall, intende fondare una colonia. Nella struttura sociale di nuova formazione, ognuno ha un ruolo specifico; quello di Mickey è ... essere sacrificabile. Egli muore una volta dietro l'altra, utilizzato per le missioni più pericolose o, semplicemente, come cavia; dopo ogni morte, il suo corpo è rigenerato da una macchina specifica, ed i ricordi gli sono reimpiantati. E dopo ogni "rinascita" ritrova Nasha, la sua compagna. Il susseguirsi di decessi e rigenerazioni continua anche sull'ignoto e pericoloso Niflheim; Il Mickey numero 17 precipita in una fenditura della superficie ghiacciata del pianeta ed è oggetto di sgradevoli attenzioni da poco rassicuranti esemplari della fauna locale. Sono avviate le procedure per realizzare il diciottesimo clone di Mickey; ma che fine ha fatto il precedente ? L'immaginifico regista sudcoreano Bong Joon-Ho dirige, per produzione statunitense, "Mickey 17", ispirandosi ad un omonimo romanzo di Edward Ashton. Il protagonista del film è Mickey Barnes, nelle sue diverse "incarnazioni". In un futuro rappresentato in tinte fosche, essendo sempre più ostica la sopravvivenza sul nostro pianeta, l'uomo cerca altrove migliore sorte. Nelle spedizioni extraterrestri non c'è spazio per il "superfluo"; ognuno deve avere un ruolo che lo renda indispensabile alla sopravvivenza della colonia, almeno nei suoi primi anni di esistenza. Non avendo altri talenti, e dovendo, a causa di un debito che non è in condizioni di onorare, allontanarsi rapidamente dalla terra, Mickey si candida quale "sacrificabile" ed ottiene la mansione. Per questo genere di creature esiste una regola; non possono esisterne due versioni contemporaneamente. Qualora ciò accadesse, entrambe dovrebbero essere eliminate. E puntualmente ... la questione si pone ! Creduto morto nel crepaccio il Mickey numero 17, ne è creata la copia numero 18. Ma il 17 è sopravvissuto, grazie all'intervento di una creatura indigena. Le due versioni della stessa persona si trovano a combattere una lotta per la sopravvivenza - almeno, di una di esse - a fianco dell'entità extraterrestre, la quale assume un atteggiamento di tolleranza verso i nuovi venuti. I loro avversari sono Kenneth Marshall, la cui superbia, nel corso degli anni di viaggio interstellare, è degenerata in megalomania, e la moglie Ylfa, nonchè la loro schiera di lacchè. La fazione di Marshall vorrebbe liberarsi della vita indigena ritenendola un ostacolo al dominio umano sul pianeta; non comprende che su Niflheim l'uomo è ospite; è stato, di fatto, ben ricevuto; potrebbe essere spazzato via da forze delle quali neppure immagina l'esistenza. La fazione di Nasha, dei Mickey e di scienziati loro alleati contribuisce al fallimento degli improbabili sogni di gloria di Marshall, interpretato da un Mark Ruffalo dalle divise fantasiose e le espressioni via via più folli. Impossibile non cogliere i riferimenti, nella caratterizzazione del personaggio, a soggetti di primo piano nell'attualità mondiale. Miliardari dalle notevoli risorse, grazie alle loro attività in molteplici ambiti, riescono, entro una certa misura, ad influire sulle sorti dell'umanità; parte di essa li vede come il male, altra parte li venera quali "guide" verso un futuro che immaginano radioso, grazie alle nuove tecnologie ed alle loro implementazioni. Ma cosa potrebbe accadere se qualità positive - o ritenute tali - degenerassero - o si rivelassero - megalomania, ambizione al potere assoluto, follìa ? La moglie di Marshall, Ylfa, la quale ha una forte influenza sul compagno ed anzi ne alimenta la superbia, è interpretata da Toni Collette. Naomi Ackie è Nasha, la volitiva e paziente compagna di Mickey, pronta ad amaro ed essergli a fianco nelle sue varie "incarnazioni". Il protagonista è interpretato da Robert Pattinson. Personaggio complesso, Mickey, in virtù del suo essere "multiplo". I caratteri tra una versione e l'altra, possono variare leggermente. Mickey numero 18, ad esempio, è più aggressivo e determinato del suo predecessore. I rapporti tra loro sono naturalmente singolari; entrambe sono consapevoli di confrontarsi con ... loro stessi; dunque, la morte dell'uno potrà significare la vita dell'altro. Vita, intesa non come legame tra corpo ed anima - esso è stato sin troppe volte reciso - bensì come connessione con il bagaglio dei ricordi, i quali formano la coscienza e le consentono di orientare le scelte future. Il ritmo del racconto non è elevato. La narrazione si apre in un momento chiave, quello in cui il Mickey numero 17 è creduto morto. Di lì, il lungo antefatto, e di seguito la parte più interessante del racconto, la quale trae spunto da un prevedibile colpo di scena, l'incontro del sopravvissuto con il suo "successore". I dialoghi sono molto intensi, fin troppo serrati - ciò potrebbe indurre noia in più di uno spettatore - ed intrisi di una certa ironia. Di sicuro effetto le sequenze che mostrano gli umani alle prese con le creature autoctone, governate da una sorta di "grande madre" dotata di una saggezza primigenia, non ostile verso i nuovi arrivati, ma decisa a non lasciarsi sottomettere. L'epilogo ci mostra che una convivenza pacifica con essa è possibile. Il racconto portato in scena da Bong Joon-Ho spinge a riflettere circa la natura di Mickey, diversi individui, una sola anima. L'identificazione dell'individuo nella coscienza sembra aprire la strada ad un riconoscimento, come tale, in favore di entità le quali possono esserne infuse, a prescidere dalla natura del corpo. Non potrebbero forse essere tali, robot, cloni umani, intelligenze artificiali ? La nuova società di Niflheim descritta in epilogo dà un taglio a tutto ciò e s'impegna nella ricerca di un nuovo equilibrio con l'ecosistema che la ospita. Un auspicio affinchè, un giorno, anche sul nostro pianeta accada ciò ? "Mickey 17" è fantascienza, certamente, con solidi legami con la nostra attualità. Una visione non facile, ma stimolante.
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