Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
Il budello delle corde della racchetta da tennis, intrecciate come il budello di una relazione a tre, trascinata per anni: questo, in estrema sintesi, il nuovo film di Guadagnino. Tennis protagonista, sport individualistico per eccellenza, dentro cui immergere una commedia sentimentale, tirata troppo per le lunghe, leccata come poche, in odore "homosex", dentro una costruzione fredda, a cominciare dall'uso delle musica elettronica come "texture" alle immagini, geometrica come le linee del campo. Tre protagonisti, fra cui, per quel che mi riguarda, spicca Zendaya, bellissima (ma algida), che si giocano amicizia fra maschi (e probabilmente qualcosa di più) e amore. Chi perde e chi vince, proprio come in quello sport, è questione di piccoli scostamenti, colpi di vento, casualità. Un racconto troppo lungo, spesso noioso, con pochi veri momenti di ottimo Cinema (Guadagnino è uno bravo, non si discute), infilato in un ambiente alto borghese, che non mi ha ispirato nessun tipo di empatia. Un pasticcio griffato dove le uniche cose interessanti sono le belle riprese delle partite di tennis, specialmente di quella del Challenger, decisiva anche per l'intreccio. Due stelle e mezza, niente di più, proprio per la sua freddezza di fondo e la sua quasi totale assenza di empatia, almeno per quel che mi riguarda.
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