Espandi menu
cerca
La pianista

Regia di Michael Haneke vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Kurtisonic

Kurtisonic

Iscritto dal 7 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 87
  • Post 2
  • Recensioni 430
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La pianista

di Kurtisonic
10 stelle

" Io non ho sentimenti, e anche se ne ho per un giorno, non prevarranno mai sulla mia intelligenza."( Erika)
Ritratto di signora attraverso lo sguardo distaccato e neutrale di uno dei registi europei più controversi. M.Haneke con la consueta perizia vuole andare fino in fondo alle tematiche da lui trattate, con realismo e una buona dose di crudeltà, arriva ad evidenziare le contrapposizioni interiori dell'individuo che poi si riversano sul contesto sociale a secondo del ruolo di cui la persona stessa viene investita. Ne La pianista, la gelida e apparentemente irreprensibile Erika, insegnante di pianoforte interpretata da una stratosferica Isabelle Huppert, cela dentro di sè una insoddisfazione profonda,vive in un conflitto doloroso e stagnante la separazione che sente fra il suo corpo e la sua anima. In pochi minuti Haneke ha la capacità di farci entrare nelle dinamiche psicologiche di Erika, e di sua madre (interpretata da Annie Girardot) di cui è psico dipendente, con stacchi veloci e precisi come rasoiate che già dai titoli di testa colpiscono violentemente l'attenzione. Nelle esecuzioni musicali la regia sceglie, anzi lo sguardo di Erika coglie, l'immagine delle sole mani sulla tastiera o del volto concentrato sullo spartito, per evidenziare la frattura anima-corpo menzionata, e non a caso all'entrata in scena dell' aspirante allievo e giovane amante della pianista, Walter Klemmer, l'inquadratura si allarga sul totale della figura, sottolineando quella composizione umana e naturale che Erika non saprà in alcun modo avvicinare a sè. La pianista vive una sessualità tragica e repressa, soggiogata dalla madre non saprà confrontarsi né fare uscire qualcosa di positivo da sè, negandosi ogni apetto relazionale. La bravura di Haneke si conferma nell'imparzialità dello sguardo, tanto da tenere lo spettatore meravigliosamente fuori da ogni giudizio, che fungerà da testimone di fronte a questi frammenti di realtà descritta in pochi interni, con piani sequenza poco mobili ma estremamente analitici. Il film arriva lucidamente fino in fondo mettendo a nudo le pulsioni della protagonista connotando un personaggio dai significati interiori profondi benchè in preda dei suoi deliri mentali. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati