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Il destino di un cavaliere

Regia di Brian Helgeland vedi scheda film

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La recensione su Il destino di un cavaliere

di FilmTv Rivista
6 stelle

Armature, tornei cavallereschi, banchetti di corte, amore cortese con varie licenze, eredi al trono, uno scrittore di talento, Chaucer, rovinato dalla passione per il gioco e nobilfanciulle. Sembrerebbe il ritorno di un filone, ma nessuno ha più fiducia nell’avventura con elmo e corazza. La tournée europea delle sfide sta tra il romanticismo dei vecchi rodei e il pragmatismo del circo tennistico. La storia è semplicissima: uno scudiero, Heath Ledger (il cinema cerca di trasformarlo, a marce forzate, in un divo), alla morte del suo cavaliere, ne prende il posto e cavalca verso il titolo di miglior giostratore dell’anno. Brian Helgeland, sceneggiatore di “L.A. Confidential” e scialbo regista di “Payback” e “Ipotesi di complotto” per la sua escursione nel Medioevo si fa accompagnare da una colonna sonora incalzante (tra gli altri, Queen, Eric Clapton e AC/DC) senza avere il coraggio o la fantasia di svisare l’intreccio verso un musical pop-rock, manipola, in alcune scene, il trucco e i costumi come se volesse portare i personaggi in discoteca e si ferma sulla porta. Una serie di indecisioni che si riflettono negli immotivati 132 minuti di un film in cui i momenti forti (i tornei) si infiacchiscono nella ripetizione delle immagini e del clangore delle armi.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 47 del 2001

Autore: Enrico Magrelli

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