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Gocce d'acqua su pietre roventi

Regia di François Ozon vedi scheda film

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La recensione su Gocce d'acqua su pietre roventi

di marlucche
8 stelle

Confesso la mia grave lacuna sulla cineatografia fassbinderiana di cui ho visto poco e male. Ho un po' un'idiosincrasia col cinema tedesco.. quindi non mi lancerò in analisi critiche profonde e piene di rimandi letterali.
Voi direte.. "e quando mai l'hai fatto? scrivi sempre e solo una marea di cazzate...". Bè sì le cazzate mi piacciono sempre tanto...
Per rimanere in tema partirò con Bernard Girardeau che per me resta sempre l'indimenticabile professore di Vic ne "il tempo delle mele".
Visto al cinema Rex di Corso Trieste, con le compagne di scuola… tutte ad appassionarsi a quella facciotta da scemo di Pierre Cosso (che appare nell'ultima scena) e io che dicevo "guardate che il professore non è niente male...". Avevo 14 anni e da allora cominciai a seguire la carriera del bel bernard. Intenditrice! Il Cinema Rex invece fu demolito e sta cosa ancora non mi va giù... ci sarebbe da fare un processo postumo a chi ha permeso un simile scempio. Al suo posto hanno costruito un'oscena palazzina che ha stravolto l'identità di Corso Trieste. Insomma ritrovo questo vecchio amico Bernard nella piece fassbinderiana (fa sempre chic citare fassbinder anche se non hai visto nulla). Eh caro mio.. gli anni passano per tutti!
Ma qui il suo fascino è offuscato da una precisa volontà di apparire viscido, quasi greve che ti viene da chiederti come facciano gli altri tre protagonisti a cadere vittime di questo squallido ometto. Ma è vero che ognuno di noi si costruisce le proprie prigioni e che se le costruisce tanto più oscene a seconda del grado di pena che si è autoinflitto. I tre succubi che ruotano intorno a Bernard sono tre cellule impazzite di una società allo sbaraglio... il giovane roscetto che si spoglia della sua repressione solo attraverso l'altro ma non è mai libero… la giovane musa Ludvine Seigner, disposta a un matrimonio senza amore, priva di spina dorsale, totalmente priva di una qualsiasi stabilità emotiva e la triste dama trans tendente all'anoressico (le sue gambe hanno la circonferenza del mio polso..). Tre marionette disposte a barattare la loro identità per un po' di sesso ma soprattutto per godere di un aagognato annullamento interiore. Il cedere totalmente il proprio potere al banalotto bernard che impone regole, ossessioni, limiti, sberleffi e umiliazioni sembra essere l'unica via d'uscita per queste tre icone del fallimento dell'essere umano. Perché, voglio dire… sti tre si affidano a un pezzo di merda mica a Paramhansa Yogananda… siamo dalle parti del possesso e della dipendenza, di amore non ce n'è traccia ed è questo che rende la messa in scena così raggelante e destabilizzante. certo che sto fassbinder ce ne aveva di problemi... e su.. che con un po' di impegno si può riuscire a cambiare la propria vita! non certo per i nostri fantastici quattro protagonisti però.. che restano talmente intrappolati nel loro annullamento da rimanere pressocché impassibili di fronte al suicidio del roscetto. una tragedia dei sentimenti (totalmente negati) esposta con una freddezza assoluta. dietro a tuto ciò la regia di ozon enfant prodige della cinematografia francese che è riuscito a creare un suo stile inconfondibile, tutto fatto di sospensione e di assenze. un film cinico e freddo, anche un po' snob ma che comunque mi è piaciuto assai...

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