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Original Sin

Regia di Michael Cristofer vedi scheda film

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La recensione su Original Sin

di degoffro
4 stelle

Povero Antonio Banderas!! Se non fosse stato per l'immenso De Palma che lo ha reso complice e partecipe del più sfolgorante thriller erotico degli ultimi anni, dove davvero c'è una FEMME FATALE, da temere ed amare contemporaneamente tanto è bella, sfrontata e seducente, non azzecca più un film da secoli!! Eppure l'idea di affiancarlo ad Angelina Jolie, sulla carta non era male: due sex simbol amati dal pubblico alle prese con una storia di amour fou, tratta dal romanzo di Cornell Woolrich "Waltz Into Darkness" del 1947 che già aveva ispirato il ben più celebre ed entusiasmante "La mia droga si chiama Julie" di Truffaut. Il regista Michael Cristofer, che pure ha scritto "Le streghe di Eastwich" e "Il Falò delle vanità" (ancora De Palma, si vede che il magico Brian riesce a trasformare in oro tutto ciò che tocca, facendo sembrare geni anche i suoi collaboratori, dagli sceneggiatori agli attori) si accontenta di realizzare una sorta di "Orchidea Selvaggia", con molto meno sesso (solo in una sequenza, comunque piuttosto insistita, i due protagonisti se la spassano completamente nudi e divertiti) e con un pizzico di noir in più. Dialoghi da pelle d'oca, interpreti di una piattezza disarmante e a tratti inconcepibile: passi per Banderas che non è mai stato Laurence Olivier, ma la Jolie con i suoi ammiccamenti e i suoi ridicoli sguardi sensuali è da latte alle ginocchia ed è ben lontana dall'essere una dark lady spietata e cattiva, ridicolo poi Thomas Jane, nel ruolo tutto sopra le righe e decisamente improbabile di un detective inopportuno che poi si scoprirà essere l'amante della Jolie, suo complice nel piano architettato per sbarazzarsi di Banderas. I colpi di scena sono piuttosto raccapriccianti, improbabili e desolanti, specie l'ultimo, del tutto grossolano e fasullo almeno come le labbra della Jolie che il regista mostra con orgoglio e generosità, senza timore del ridicolo involontario; la fotografia è turistica e levigata, le scene di sesso patinate e riciclate, il ritmo pesante e spesso soporifero, l'ironia assente, l'alchimia tra i due protagonisti poco riuscita. Cristofer non riesce a trasmettere la passione furiosa e avvolgente di un amore improvviso e totale, non ne cattura l'ossessione disarmante, il desiderio focoso e continuo, non descrive, se non in modo superficiale, sfuggente e banale, la disperazione straziante e l'ansia quasi maniacale di un uomo, completamente perso e succube, folgorato e illuso da una donna alla quale non sa resistere, incapace di aprire gli occhi e liberarsi da un amore all'apparenza senza via d'uscita. Tutto suona falso, freddo, meccanico e poco attraente, spesso comico o patetico (specie nella sequenza, davvero esilarante e incredibile, in cui la Jolie, uccide il suo complice e cerca affannosamente di salvare Banderas, da lei in precedenza avvelenato). Cristofer non suggerisce, ma si limita ad offrire al pubblico i corpi nudi e sensuali dei due protagonisti, sceglie uno stile narrativo pallido ed incolore, svogliato e tedioso, lento e per nulla accattivante, non si preoccupa minimamente di dare alla sua storia un tocco di mistero, di autenticità e di sensualità, e non riesce nemmeno a sfruttare o a valorizzare le calde e irresistibili ambientazioni sudamericane, perfette per un intreccio che fa della passione assoluta il suo cardine. Alla fine il suo film, nonostante i due comunque tiepidi e atoni protagonisti, è ben lungi dall'essere erotico e peccaminoso, restando il classico piatto, ripetitivo e monotono prodotto da major (in questo caso la MGM), in cui tutto è calcolato al millesimo per non scandalizzare nessuno e di conseguenza accontentare la più ampia fetta di pubblico. Peccato per i produttori che questa volta il pubblico non è cascato nel tranello e ha voltato le spalle al film che si è così fortunatamente rivelato un flop colossale.
Voto: 2

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