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After Life

Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film

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La recensione su After Life

di port cros
7 stelle

Se potessimo scegliere un solo ricordo della nostra vita da conservare per l'eternità, quale sarebbe? Lo spettatore non può fare a meno di porsi la domanda che nel film viene fatta alle persone appena morte, che devono sostare per alcuni giorni in una sorta di limbo e selezionare una memoria della loro vita. Uno staff, composto di defunti che non sono stati in grado di compiere la scelta, ricreerà per loro quell'evento in un film, ed i morti potranno passare all'aldilà vero e proprio, in cui rivivranno eternamente quel momento dimenticando tutto il resto. Questa è l'idea originale alla base del secondo film di Hirokazu Kore-eda, regista sempre interessato alla rappresentazione dei sentimenti umani, trattati con delicatezza e poesia. Gran parte del film è dedicata ai colloqui del personale con i defunti per aiutali ad identificare la memoria da conservare: per alcuni è l'incontro con la persona amata, per altri il sesso, per altri la vita familiare, mentre alcuni hanno difficoltà a selezionare un ricordo in particolare e c'è anche chi vorrebbe dimenticare tutto della propria vita. Per qualcuno il processo di scelta significherà riconsiderare completamente l'idea che si aveva della propria esistenza riscoprendo il valore di aspetti che si erano trascurati. Successivamente l'azione si sposta su un set cinematografico dove vengono ricreate nel modo più accurato possibile le scene dei ricordi. Nella parte finale si scoprirà che la vita di uno dei defunti e quella di uno dei membri dello staff si sono incrociate e questo porterà uno di loro a riconsiderare la sua breve esistenza. Il film mette anche in scena le relazioni che si creano tra i membri del personale, che non avendo scelto continuano di fatto a vivere una vita piena, fatta di ricordi, sentimenti, relazioni umane e possono anche innamorarsi. A differenza dei suoi lungometraggi successivi, in cui il regista si esprimerà attraverso l'uso di immagini poetiche ed evocative, questo film è basato quasi esclusivamente sulla parola, (le interviste con i morti sono girate con stile documentaristico e l'ambientazione all'interno di un vecchio edificio scolastico esclude qualsiasi rappresentazione immaginifica dell'aldilà) e nella prima parte può risultare un po' verboso. Come gli altri film di Kore-eda è però in grado di suscitare riflessioni profonde su ciò che è importante nella vita e le dà senso. Inoltre, nel panorama dei film che trattano della vita dopo la morte, spesso abbastanza scontati, si distingue per originalità. "After Life" solleva a mio parere anche delle domande interessanti sul rapporto realtà/finzione che riguardano l'essenza stessa del cinema: i defunti rivivranno per l'eternità non l'evento che hanno scelto, ma la sua ricostruzione cinematografica, che non potrà mai essere uguale all'evento stesso, che verrà dimenticato come tutti gli altri: vivranno quindi eternamente una finzione, come spettatori chiusi per sempre all'interno di una sala cinematografica.

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