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Ballata macabra

Regia di Dan Curtis vedi scheda film

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cazzeggiatore del millennio

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La recensione su Ballata macabra

di cazzeggiatore del millennio
8 stelle

Sadico, magistrale ed atipico pilastro della categoria case infestate.

Una famigliola accetta l’offerta di una coppia di anziani trascorrendo durante il loro periodo vacanziero un soggiorno nella loro vecchia ma fatiscente casa, naturalmente l’offerta troppo vantaggiosa nasconde un segreto terribile.

Film d’altri tempi come davvero si può dire di pochi altri, di certo un pilastro della categoria case infestate ma importante soprattutto perché atipico ed interessante oggi come al tempo, dalla sua parte a determinarne il successo c’è sicuramente un cast di stelle che per di più fa un bel figurone devo ammetterlo.

Film con sfumature diverse a seconda dell’occhio che ci si dedica, per alcuni può non succedere assolutamente niente mentre per altri potrebbero esserci spunti per infinite conversazioni, per alcuni può risultare piatto mentre per altri quadrato ad un modo perfetto per introdurre lo spettatore ai suoi profondi e cupi sottotesti.

Di certo qui abbiamo a che fare con la storia del cinema perché è oggettivo che d’ora in poi – da dopo l’uscita nelle sale – s’è aperta la strada ad una nuova concezione della casa infestata ancora oggi molto potente e che ancora non smette di sfornare variazioni sul genere. Personalmente comunque penso che per quanto riguarda l’analisi dei rapporti nella famiglia nessuno sia stato tuttora in grado di eguagliare la gelida delicatezza che ha usato il regista Dan Curtis in questa pellicola. Non siamo semplicemente di fronte all’idilliaca rappresentazione di un amore incondizionato portato a dura prova da poteri demoniaci, non siamo illusi di niente perché il ritratto familiare è il più realistico possibile e non parlo dell’illusione (al contrario) che il male si possa insinuare tra rapporti scricchiolanti, i tre protagonisti non fanno parte d’alcun tipo di stereotipo. Ne deriva un’analisi della discesa agli inferi quanto più dolorosa ed agghiacciante possibile non solo perché la netta sensazione che il male venga proprio da Ben (Oliver Reed) e da sua moglie (Karen Black) ma soprattutto perché – al di là della magistrale quadratura – tutto è rappresentato con una precisione tale che ha il sapore d’un’atroce cronaca.

Al di là di quanto penso sia bello comunque lo consiglio come dimostrazione tangibile di come è cambiato il cinema, un prodotto del genere ora come ora è impossibile ad un pubblico ormai rimbambito dagli jumpscare che rompono ritmi ormai forsennati. La cosa che però veramente bisogna tenere a mente è che al tempo questo fu un successo, in un tempo dove il pubblico era molto più curioso e l’ambiente sperimentava ed azzardava poteva quindi capitare che le atmosfere miste all’abilità nei tempi ed all’accortezza nelle inquadrature venissero riconosciute. Non mancano naturalmente gli effetti speciali e i bei soprassalti, anzi, ai più sadici il finale farà impazzire; certo però questa è un’ottima testimonianza che il cinema è anche ben altro.  

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