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War - La guerra desiderata

Regia di Gianni Zanasi vedi scheda film

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La recensione su War - La guerra desiderata

di mm40
6 stelle

Da uno spiacevole incidente diplomatico nasce una forte tensione internazionale tra Spagna e Italia, che coinvolge anche la Francia, fin da subito a fianco degli iberici. La figlia del viceministro della Difesa, psicologa dall'Asl, percepisce che la situazione sta degenerando e trova in un suo paziente occasionale, un uomo a cui hanno ritirato la patente per abuso di droghe, l'unico alleato nel tentativo di fermare l'escalation verso il conflitto armato.


Alla faccia di chi dice che il cinema di genere dalle nostre parti è morto e sepolto, e così pure di chi sostiene (non a torto nemmeno quest'ultimo, va riconosciuto) che il cinema distopico non fa per l'Italia: nel giro di pochissimo, nel 2022, escono Siccità di Paolo Virzì e questo War – La guerra desiderata che, in maniera differente e con approcci pure distanti, raccontano due spaccati di emergenze futuribili percorrendo quella sottilissima linea di confine tra la realtà e l'incubo. La realtà è che il cambiamento climatico e la tensione geopolitica sono problemi all'ordine del giorno in questi anni; l'incubo è ciò che potrebbe concretamente accadere all'incrinarsi del precario equilibrio in cui le cose si trovano. Gianni Zanasi, con Lucio e Michele Pellegrini, ha scritto questo film con il chiaro intento di mostrare il degrado etico, morale, di valori dei nostri giorni, evocando lo spettro di una guerra tra nazioni europee per affibbiare al conflitto l'epiteto di 'desiderato': per quanto non esplicitata, questo è il teorema, c'è la forte impressione che una guerra farebbe comodo, se non addirittura piacere, a tanti. Ai politici, innanzitutto, ma anche alla gente comune, che potrebbe finalmente sfogare la sua rabbia nel quotidiano e nel modo più stolido e incosciente: la guerra sdogana tutto, razzismo, violenza, inciviltà, perfino la tortura e l'assassinio; la guerra permette alla bestia che è in noi di uscire allo scoperto e di agire indisturbata. Cosa chiedere di meglio, in un periodo così buio come questo? Non è insomma un caso se Zanasi è stato dunque costretto ad aggiungere una didascalia in apertura che spiega come la genesi dell'opera sia antecedente all'invasione russa in Ucraina: talvolta, si sa, la realtà supera la fantasia, e difficilmente lo fa con esiti migliorativi. Edoardo Leo, Miriam Leone, Giuseppe Battiston, Stefano Fresi, Bruno Todeschini, Teco Celio e Carlotta Natoli sono gli interpreti di maggior spicco: buon cast, senz'altro. Ritmo alto nonostante le due ore e spiccioli di durata, forse qualche ingenuità logica sarebbe stata evitabile (Lea che corre incontro a un caccia e non viene scagliata via, tanto per dire). 6,5/10.

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