Espandi menu
cerca
Bussano alla porta

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

Recensioni

L'autore

YellowBastard

YellowBastard

Iscritto dal 28 luglio 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 48
  • Post 6
  • Recensioni 482
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Bussano alla porta

di YellowBastard
7 stelle

Il cinema ha giocato spesso con l’home invasion rappresentato negli anni in ogni sua forma e colore, da Funny Games a The Strangers per finire a You are Next o a La notte del giudizio (The Purge), e con Bussano alla porta, distribuito dalla Universal Pictures, tocca ora al maestro M. Night Shyamalan mettere in scena il suo personale “home invasion” e, da virtuoso dell’horror, sceglie ovviamente una particolarissima versione del topos cinematografico in un thriller psicologico con (ovviamente) elementi soprannaturali legati all’avvento biblico dell’Apocalisse (quello con la A maiuscola).

 

Bussano alla porta: la recensione del film di M. Night Shyamalan

 

E il regista de Il Sesto Senso non delude le aspettative del suo pubblico perché Knock at the cabin (questo il titolo originale), nonostante sia un adattamento del romanzo La casa alla fine del Mondo di Paul G. Tremblay, si presenta come un thriller dai forti connotati autoriali rappresentando in pieno lo stile e il metodo già visto (e apprezzato) nelle sue migliori produzioni del passato.

 

Grazie a una sceneggiatura, precedentemente nella Black List, di Steve Desmond & Michael Sherman, Shyamalan riesce ad aggirare un budget decisamente modesto costruendo un thriller interamente sulla tensione psicologica e sul conflitto tra fede e ragione (ma anche rabbia e perdono, paura e fiducia) che andando avanti nella pellicola si fa sempre più incalzante, per un racconto che gioca tantissimo sulla dimensione tragica (e relative interpretazioni) dei suoi protagonisti, ottimamente rappresentata da un cast eccellente guidato da un torreggiante Dave Bautista (coinvolgente la sua prova recitativa nel quale riesce a esprimere al meglio un dramma interiore che, pur mantenendo esternamente una pacatezza estrema, lo affligge) e che comprende anche Jonathan Groff, Ben Aldridge, la giovanissima Kristen Cui, Rupert Grint (ormai un habitué degli ultimi lavori di Shyamalan), Nikki Amuka-Bird e Abby Quinn, con interpretazioni coerenti e affatto stereotipate ma anche un’attenzione maniacale proprio nel valorizzarne il lavoro con una regia che (volontariamente) ne accentua l’espressività dei volti, insistendo sui primi piani che ne lasciano trasparire le convulse emozioni.

 

BUSSANO ALLA PORTA | Vinci l'anteprima gratuita di Roma - MovieDigger

 

Con Bussano alla porta Shyamalan si ispira anche agli stilemi del teatro greco, sia riguardo al Divino come causa scatenante delle dinamiche tra gli uomini che per il dilemma tra i doveri verso la famiglia e quelli verso la collettività, con una messinscena essenziale ma anche ricercata, a suo modo film da camera (e che, come impostazione, ricorda The Hateful Eight di Tarantino), e con i suoi protagonisti prigionieri di una situazione opprimente che si riflette nell’ambientazione e in una natura, spesso, ostile (e con alcuni richiami a elementi de La Casa di Raimi), con costanti riferimenti biblici e una gestione del ritmo e della suspence che si fa sempre più incalzante mantenendo sempre alta l’attenzione dello spettatore fino alla sua didascalica conclusione.

 

A tutto questo contribuiscono anche la splendida fotografia di Jarin Blaschke, collaboratore di Robert Eggers in The Witch e The Lighthouse, e il montaggio affidato ancora una volta a Noemi Katharina, già sua assistente nella serie TV Servant.

 

Ma oltre alla minaccia dell’Apocalisse si nasconde ben altro significato, forse meno scontato e/o superficiale (davvero le nostre scelte possono scatenare o prevenire l’Apocalisse?), un semplice pretesto per un’amara riflessione sulla nostra (in)capacità di fidarci del prossimo in un mondo dominato (purtroppo) da facili perbenismi e dalla discriminazione e nel quale la nostra diffidenza (o indifferenza) sembra essere la (sola?) chiave per la nostra sopravvivenza rendendo impossibile superare indenni le barriere sociali che affliggono la nostra società, evidenziando come gli aspetti dell’emarginazione siano purtroppo insiti in ognuno di noi e di come il timore e la paura può segnare negativamente (e permanentemente) le nostre esistenze.

 

Bussano alla Porta, recensione: ritratto intimo del dubbio umano

 

VOTO: 7

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati