Regia di Renny Harlin vedi scheda film
Stallone scrive, interpreta e produce un film davvero penoso sotto tutti i punti di vista. Difficile far peggio.
Se è vero che Sylvester Stallone non è un maestro nell'arte della recitazione, ancor più vero è che le sue qualità come sceneggiatore sono bel al di sotto delle prime. In “Driven” si regala alla platea in entrambi i ruoli (oltre che in quello di produttore) e i risultati sono davvero miserrimi. Niente da salvare in questo action-movie ambientato nel mondo delle corse automobilistiche USA. Improponibile la colonna sonora fatta di hits del momento (tutti pezzi belli che morti e dimenticati a distanza di soli quattordici anni...) di vari generi, dal pop alla disco al finto rock al hip-hop, che al pari del montaggio accelerato non danno un attimo di tregua allo sfortunato spettatore. Bruttissimi gli effetti speciali, dall'effetto pioggia che ricorda un'invasione di fluidi extraterrestri agli incidenti con auto che decollano e volano fuori dal circuito come non avviene ormai dagli anni '50, quando v'erano solo balle di paglia a proteggere le vie di fuga. Ridicola a livelli scult la scena dell'incidente di Moreno e i conseguenti soccorsi dei colleghi piloti. Ma è l'intero plot ad essere ripieno di una realtà mentecatta, dove praticamente cani e porci hanno cuffie e microfono per comunicare con i piloti e dove il calendario è una strana fusion fra quello Indy e quello di Formula 1. Per Renny Harlin, regista di discreti film d'azione (“Cliffhanger”, “58 minuti per morire”) questo “Driven” ha probabilmente rappresentato il punto nadir della carriera. Cameo di Jean Alesi.
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